Puer o Puella?
Finora, riferendoci al Puer, non abbiamo toccato l’argomento del genere sessuale, probabilmente ritenendolo non molto pertinente per il nostro discorso.
Prima che la natura s’inventasse il sesso, le cellule viventi si moltiplicavano molto più semplicemente scindendosi quando avevano superato certe dimensioni ottimali. Ma alla natura è sempre piaciuto assai creare insidie per ogni specie di viventi esistenti, e quindi aveva forgiato, tra gli altri, anche dei micidiali nemici per tali cellule, i virus, piccolissime mine vaganti che facevano stragi delle nuove generazioni di quelle cellule che si replicavano così semplicemente, per scissione da una cellula divenuta troppo grossa e ingombrante, che diveniva due cellule figlie, che avevano un grosso problema: avevano un quasi identico programma genetico della cellula madre. Ciò significava che quando arrivavano i virus ad attaccare le nuove cellule risultanti dallo sdoppiamento semplice delle cellule madri, facevano stragi quasi totali delle nuove generazioni: questo perché tutte quelle cellule, sia le madri che le figlie, avevano genomi pressoché identici, salvo le sporadiche mutazioni (la natura è assai sbadata) che casualmente potevano far variare il loro patrimonio genetico. Ma a questo punto sorpresa! La natura, efferata ma anche graziosa al tempo stesso (naturalis sapientia puerilis), a questo punto che t’inventò? Il sesso. Il sesso avrebbe svolto un gran numero di funzioni. A quelle cellule fornì un nuovo modo di scindersi, non più così semplice come prima, ma tale da rimescolare la genetica in maniera così intrugliata da rendere ogni nuova generazione di cellule figlie abbastanza diversa geneticamente dalle precedenti, da garantire la loro sopravvivenza e moltiplicazione. E quando parecchio tempo dopo arrivarono organismi multicellulari molto più complessi (gli animali come noi), il sesso svolse sempre più funzioni, oltre quella di proteggere le nuove generazioni dagli attacchi virali: ad esempio, il sesso è un sapiente zuccherino in grado di spingere due belve a far qualcosina insieme, etcetera Il sesso si è rivelato materiale quasi radioattivo per gli inventori delle religioni, materiale estremamente delicato da manipolare. Apparentemente emarginato, il sesso rimane dietro le quinte materiale fondamentale. Impossibile ignorarlo per chi come noi sta qui giochicchiando per edificare nientepopodimeno che una nuova teologia 🙂
D’altronde noi qui si era detto che ci è divenuto trasparente come la nostra psiche, umana, se la studiamo a fondo sinceramente, ci ritroviamo dentro tutto ciò che ci serve anche per capire un eventuale Dio, se esistesse davvero. Talvolta questa cosa appena detta crediamo di capire che si tratti di un’illusione, poiché è ovvio (ci suggerisce la nostra ragione) che “Dio” ci assomiglia, ed è perché in fondo in fondo lo abbiamo inventato noi, e quindi come potrebbe non assomigliarci?
Ma poi capiamo anche (e il ragionamento si rovescia, comunque mantenendosi razionale) che, se un Dio davvero esistesse, dato che allora sarebbe stato Lui a inventare noi, DEVE esserci necessariamente qualcosa di estremamente importante in comune tra noi e Lui.
Se qui sulla Terra la natura ha escogitato il sesso, significa che esso, prima di venire qui, è venuto dentro Dio.
Qui dentro lo abbiamo scoperto trattarsi di un Puer, non abbiamo avuto bisogno di sfasciarLo, non ha mai avuto una madre che Lo mettesse in fasce.
Ci dobbiamo interrogare su come il Puer si moltiplica gettandoci tutti ad uno ad uno nel mondo, intanto gettandoSi ogni volta assieme ad ognuno di noi.
Siamo partiti da un sospetto, che Lui volesse sperimentare iterativamente la morte attraverso di noi.
Il sospetto rimane, ma andiamo oltre.
Il Puer è un grande generatore di umani, oltre che di altra troppo tropicale natura.
Ce Lo potremmo raffigurare come un’ape regina quasi motore immobile nella sua arnia, grossa e feconda?
Se andiamo indietro nei millenni della nostra protostoria, al suo primo apparire nella coscienza umana, le divinità confusamente non erano maschili. Prima ancora che nascesse l’agricoltura le prime immagini protodivine avevano fattezze femminili. Il primo pensiero magico si immaginava figure ridondanti di carni, polisarciche, irradianti l’idea della fecondità.
Il cambiamento di sesso degli dèi avviene soprattutto con la scoperta clamorosa del seme maschile di cui si ignorava la necessità per la funzione procreativa.
Nei millenni della preistoria la donna è stata sempre considerata il soggetto centrale attorno al quale ruotavano le tribù degli umani, il nucleo: la donna e il focolare.
Soggetto centrale, perché, naturalmente, era lei l’unico soggetto che generava le nuove generazioni e ogni sistema di parentela era sempre centrato su di lei. L’uomo era meno fondamentale, doveva cercare il cibo lontano dal focolare, cacciare e poi proteggere il focolare e le donne.
La donna era il centro di ogni tribù e quindi anche le divinità erano femminili.
Per centinaia di migliaia di anni uomini e donne, ovviamente, avevano praticato il sesso in continuazione, senza capire che esisteva una relazione tra l’azione del copulare sessuale e la nascita, circa nove mesi dopo, dei bambini.
Il ruolo del padre non era stato ancora scoperto.
Esistevano soltanto le madri, non esistevano ancora i padri.
Le tribù selvagge non avevano imparato a concepire i calendari.
A far capire pian piano che anche il maschio aveva un ruolo nella procreazione furono una serie di innovazioni.
Cominciarono ad allevare il bestiame e, per analogia, cominciarono a sospettare che così come vedevano accadere con i primi animali allevati, anche per la specie umana fosse necessaria l’azione del maschio.
L’arrivo dell’agricoltura fu ancora più determinante, poiché portò a comprendere il concetto di “semen”, e anche se occorreva una certa dose di immaginazione, si arrivò a intuire che doveva esistere anche un seme maschile umano, necessario per il concepimento dei bambini.
La correlazione tra atto sessuale e nascita dei bambini, che poteva sembrare semplice per darsi per scontata, richiese invece tantissimi millenni, tanto che alcune tribù umane ignoravano ancora fino al secolo scorso l’esistenza di tale correlazione: quelle popolazioni, quindi, vedevano la donna come centro di ogni tribù. Ed è naturale che per quelle popolazioni il pensiero religioso proiettava in cielo figure femminili.
Chi fosse perplesso su questa questione può approfondire cominciando ad esempio da qui:
https://www.docsity.com/it/docs/antropologia-della-famiglia-e-della-parentela-8/5286451/
Dicevamo che il cambiamento del sesso delle divinità da femminili a maschili avviene con la clamorosa scoperta dell’esistenza del seme maschile (anche se invisibile a occhio nudo ma ormai intuito che dovesse esistere) e della indispensabilità del seme per la procreazione. In tutte le tribù questa scoperta ridusse enormemente il potere femminile, et sicut in terra sicut in caelo, le dee piene di carne ispiranti feracità scomparirono sostituite dagli dèi guerrieri.
Il patriarcato, prima in terra e poi in cielo. Arrivano gli dèi della guerra. I Signori degli eserciti. Le religioni abramitiche.
La Bibbia, l’ebraismo, YHWH, poi il cristianesimo che elabora tre figure tutte e tre maschili, Padre, Figlio e Spirito Santo, poi, ancora più esplicitamente, Allah, che gli islamici intendono come apoteosi maschile dell’uomo in quanto maschio.
Arrivati a questo punto, chiediamoci: sicuro che il sesso sarebbe così impertinente per un discorso intorno a questa nuova teologia su cui stiamo qui intrattenendoci?