LutherBlissett
Tento un’opposizione, ma in realtà lo scopo è quello di smuovere un po' le acque e vedere cosa succede 🙂
Precedentemente ho asserito, nel 2° punto della mia analisi, che: “II Puer infatti non apprende in quanto tale, ma sempre e solo attraverso di noi. Coloro che giungono al Suo cospetto, divenendo altro da Lui, perdono la funzione di Suo tramite per l'esperienza.”
Ciò implica che Dio viva contemporaneamente due fasi tra loro “immiscibili”:
1) Fase disattivante o anestetica: propria dell’Empireo; qui l’esperienza è inaccessibile con conseguente deficit completo di sensibilità, ovvero una totale mancanza della Sua capacità di percepire e reagire agli stimoli.
2) Fase attivante o stimolante: propria del mondo mortale; qui l’esperienza è accessibile con conseguente surplus di sensibilità, ovvero un esponenziale aumento della Sua capacità di percepire e reagire agli stimoli.
Le due fasi non si mescolano proprio come acqua e olio.
La fase meno densa di esperienza si trova al di sopra, mentre la fase più densa sta al di sotto.
Simbolicamente, rappresentano le posizioni relative dell’Empireo e del mondo.
Non entrano in contatto perché il software divino non è adatto a gestire, elaborare, interpretare e visualizzare i dati umani, in altre parole, i segnali fisici dell’hardware umano non Gli sono direttamente comprensibili. (“Anche se nella loro vita precedente fossero state figure professionali capaci nel campo dell'educazione infantile, non sarebbero in grado di trasmetterGli nessuna delle conoscenze acquisite.”).
È perciò necessario ricorrere a dei driver che fungano da intermediari e traduttori.
Poiché i driver umani rendono accessibili i dati esclusivamente all’essere umano, Dio usufruisce dei Suoi per convertire le informazioni del dispositivo “uomo”. Quindi, l’uso combinato dell’hardware umano e dei driver divini permette l’indiretta esperienza della vita terrena da parte del Puer.
Dio in quanto tale non possiede un hardware fisico, motivo per cui i Suoi driver, senza hardware umano, sono privi di funzione operativa.
Quindi, tendenzialmente, Egli riceve input e non invia output.
Al contrario l’uomo, sempre tendenzialmente, invia output e non ricevere input.
Per chiarezza, espongo qui la seguente legenda:
Hardware umano -> Corpo fisico
Software umano/divino -> Coscienza
Driver umani -> Processi di traduzione tra corpo fisico e coscienza umana: connessioni neuronali, recettori sensoriali, nervi motori
Driver divini -> Processi di traduzione incomprensibili all’uomo
Ora giungo al dunque.
Ho detto all’inizio che nella fase disattivante o anestetica, propria dell’Empireo, l’esperienza Gli è inaccessibile, con conseguente deficit completo di sensibilità.
Applicando la metafora informatica, si può facilmente concludere che la causa risieda nella mancanza dell’“hardware”, il corpo fisico delle alter giunte al Suo cospetto, che "disattiva" i diver divini.
(“i Suoi driver, senza hardware umano, sono privi di funzione operativa.”)
(“l’uso combinato dell’hardware umano e dei driver divini permette l’indiretta esperienza della vita terrena da parte del Puer.”)
Concludiamo con due domande che affrontano lo stesso problema, prima dal punto di vista di Dio, poi dalla prospettiva dell’uomo.
1) Se nella fase disattivante o anestetica Dio manca di qualsiasi sensibilità percettiva, poiché non incarnato nell’uomo (assenza di hardware), come gode di un sentimento tipicamente umano che è l’amore, le cui alter Gli procurano per garantirGli la sopravvivenza?
2) Se l’hardware, quindi il corpo umano, è un elemento imprescindibile affinché vi sia la piena comprensione dei segnali umani da parte di Dio, le alter che, giunte nell’Empireo, perdono il loro supporto fisico, come Gli trasmettono questo loro amore?