Salve a tutti. E’ un bel po’ che non scrivo qui dentro, perché piuttosto impegnato. E sarei impegnato ancora, ma mi piacerebbe tornare per un po’ a scambiare quattro chiacchiere con voi. Chi mi conosce sa che sono purtroppo non credente ma comunque appassionato di discussioni sulle religioni. Dico purtroppo dato che mi sarebbe piaciuto che Dio esistesse mentre troppi argomenti concreti mi impediscono di aderire ad una serena concezione teistica del mondo.
Desidero applicare alle mie ipotesi una attenzione particolare a che esse rimangano sempre razionali e prive il più possibile di inesattezze. Sempre nei limiti del possibile, vorrei insomma che ogni mia ipotesi rimanga iscritta in un perimetro di scientificità.
Non vi sto invitando a una discussione seriosa e paludata, ma mi piacerebbe che chi di voi è come me appassionato di questi temi impegnativi provasse a prendere in considerazione una mia semplice teoria che vorrei sottoporre alla vostra attenzione per meglio compilarla ed emendarla da sviste od errori.
Dato che questa mia teoria è ancora in uno stadio magmatico embrionale, non mi sento in grado ancora di sunteggiarla, poiché quando tento di riassumerne i tratti fondamentali, già perfino a me vengono in mente dei dubbi e delle autocritiche bloccanti.
Avrei pertanto bisogno del contributo della vostra intelligenza per aiutarmi a pescare gli eventuali errori e le contraddizioni presenti nella mia teoria, aiutandomi così a perfezionarla.
Anticipo subito che non si tratta di niente di che, si tratta di una piccola teoria che mi si è formata nel tempo, il più delle volte negli stati di transizione tra il sonno e la veglia.
Ho detto, niente di speciale, ma devo anche dire che da quando mi si è formata in mente questa piccola teoria, pur ancora piuttosto confusa e sicuramente abbastanza difettosa, è che sento in me un non so che di assomigliante a una nuova forma di acquietamento che forse potrebbe configurarsi come una traccia di serenità.
Ho detto che questa mia teoria vorrebbe restare criticabile sul piano razionale e scientifico, e soprattutto obiezioni razionali e scientifiche da parte vostra saranno le più gradite. Rispondete con franchezza, scovando i difetti che ci trovate dentro.
Dunque iniziamo partendo da una ipotesi di dimostrazione per assurdo che esista davvero un Dio personale e onnipotente. Parto da alcune premesse che sicuramente alcuni di voi non condivideranno, ma che io ritengo invece scontate, ma è giusto che voi diciate la vostra anche su queste premesse, poiché ovviamente l’inficiare anche una soltanto di queste premesse invaliderebbe il concatenamento logico di tutto il discorso complessivo.
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Punto 1: Dio si nasconde e in ogni tempo sempre si è nascosto allo sguardo umano.
Punto 2: Il fenomeno della Realtà che più ci fa sospettare che possa esistere un Dio è la comparsa dell’Uomo, la cui psiche è il luogo dove si è formata l’idea di Dio, e dove si pone almeno finora l’unico Suo domicilio sicuramente conosciuto.
Punto 3: L’Uomo si ritiene e forse è davvero il culmine di quel fenomeno naturale che è chiamato Vita.
Punto 4: Esiste una importantissima contraddizione che rinnega sin dalle fondamenta il fenomeno Vita. Ogni essere vivente, dall’ameba all’Uomo, risulta programmato per la Morte.
Punto 5: Il Dio personale e onnipotente che, per poter formulare la mia teoria, abbiamo dato per dimostrato per assurdo è un essere che ci immaginiamo in qualche modo umanamente comprensibile, poiché anche Lui dovrebbe ad esempio essere percorso da sensibilità ed emozioni.
Punto 6: tale Dio è soggetto, nonostante la Sua onnipotenza, ad alcune inevitabili limitazioni logiche. Ad esempio, non può decidere di morire, poiché se lo facesse cesserebbe di essere Dio, e quindi morire rimane per Lui qualcosa di impossibile. Ma la Sua onnipotenza Gli permetterebbe anche di decidere la propria Morte, ma semplicemente decide di non morire, restando così per sempre un Dio immortale.
Punto 7: L’Uomo è, invece, diversamente da Dio, da Dio programmato per la Morte.
E la Morte comporta un’emozione profondissima e sconvolgente che Dio non potrebbe mai provare in prima persona. Poiché la Morte è una cosa che Dio potrebbe decidere ma che mai deciderà per ovvie ragioni, essa diviene il principale assillo di Dio: Dio infatti ci invidia la nostra Morte.
Per noi umani la Morte è una cosa orribile, la peggiore delle emozioni, e la consapevolezza della Morte è destino di fallimento personale di ognuno di noi, terrore davanti all’annichilimento, orrore del Nulla. Questa finitudine, questo senso della fine che ci caratterizza, noi umani, è invece, visto da Dio, come un godimento supremo: ad ogni Morte di ognuno di noi Dio si gode la nostra agonia con infinito piacere.
Punto 8: Dio ci ha creati apposta, per poter assaporare la Morte che Lui non vorrebbe mai darsi da Sé. L’unica infinita emozione che può dare la Morte Lui può conoscerla esclusivamente attraverso di noi umani.
Punto 9: Un Dio onnipotente non può accontentarsi di provare la nostra Morte semplicemente osservandoci da fuori, mentre muore ognuno di noi. Egli vuole entrare all’interno nel profondo di ognuno di noi, provare concretamente ogni nostro spasimo e singulto fino in fondo, essere noi, vuol bere l’amaro calice insieme a noi, ecco in che senso anche lui è Uomo.
Quindi in realtà non crea creature esterne a Sé, ma decide di far funzionare la macchina cosmica senza presenziarla mai, in automatico, mentre intanto si getta in tutte le nostre miliardi di vite, in ognuna di esse, divenendo ciascuno di noi. Quindi noi, in quanto creature, non esistiamo, dato che in realtà siamo Lui che ha inventato questo stratagemma: non siamo creature, ma siamo Lui che scompare dal mondo per essere ciascuno di noi. Questo punto 9 chiarisce e spiega allora il motivo anticipato dal punto 1, laddove avevamo affermato il nascondimento assoluto di Dio nel mondo. Il motivo del nascondersi di Dio nel mondo viene tradizionalmente spiegato dalle varie teologie con la necessità del libero arbitrio, mentre in questa mia teoria viene proposta l’ipotesi alternativa che Dio non crei creature ma sia Lui stesso a divenire ognuno di noi, onde provare di persona l’esperienza per Lui inebriante della Morte, e che è per questo motivo che Dio sempre si nasconde allo sguardo di noi umani, poiché se Si facesse “vedere” da noi Si ricorderebbe che noi siamo Lui, e andrebbe in frantumi il Suo gioco.
Dio non è mai sazio di provare l’esperienza di morire e può farlo appunto miliardi di volte sempre e soltanto esclusivamente attraverso ciascuno di noi.
Pertanto ognuno di noi è Dio che nascendo come umano dimentica metodicamente di essere Dio, per poter provare le emozioni forti che sono possibili soltanto a noi umani come tali e non a Dio come tale.
Ma se vuole far funzionare tutto il meccanismo, Dio non deve interferire in nessun modo nel mondo abitato dagli umani, poiché se lo facesse, finirebbe per ricordarsi tutto di chi siamo veramente noi, e Gli verrebbe rovinato il gioco che sta godendosi con le nostre vite e le nostre morti, e quindi per questo ha costruito un meccanismo cosmico automatico che fa funzionare il Cielo come se Dio non esistesse affatto.
Nonostante la spietatezza apparente di questo Dio che ci utilizza come giocattoli da impersonare per provare sensazioni estreme e tragiche, c’è però un risvolto finale sorprendentemente positivo che può portarci a perdonarLo.
Allorquando infatti ognuno di noi ha avuto la sua agonia ed è finalmente giunto a varcare effettivamente la soglia terminale e irreversibile della nostra morte personale, ecco che ognuno di noi all’improvviso si ricorda e scopre così di essere Dio, poiché dall’altra parte della Morte ci sta comunque Dio che ad ognuno di noi dirà sorridendo “ha ha guarda che tu non sei un Uomo altro da me, ma sei proprio Me mentre… l’esperienza di Morte appena vissuta… però, che strizza che hai avuto, cioè che strizza che ho avuto!
Certo che questo Dio è molto facilitato a perdonare qualunque Uomo morente, dato che in ultima analisi avrà da perdonare soltanto Se stesso, poiché d’altronde è molto probabile che in realtà esista soltanto Lui.
Questa teoria, se l’avete capita, può anche non piacervi, ma a me ha permesso un tenue accrescimento della serenità. Oltretutto ha un suo punto finale teoricamente verificabile scientificamente, dato che basterà vedere come avverrà la nostra Morte. Se alla fine dei giochi scopriremo di avere una personalità divina un po’ cinica e giocherellona, perché no? Sempre meglio del Nulla, l’opzione estremamente più probabile, o di tutti gli altri incubi, per fortuna infinitamente meno probabili.