LutherBlissett hai scritto molto, idea comunque interessante. Arrivo alla fine e mi dimentico del primo punto (a parte gli scherzi dai), comunque ci provo:
- parto dal punto 2 che lo vedo come il focus di tutto ed è quello che apprezzo e condivido maggiormente, con la frase <<Uomo, la cui psiche è il luogo dove si è formata l’idea di Dio>>: questo fa riflettere ed è fondamentalmente un punto a favore dell'ateismo (inspiegabilità del problema esistenziale, nasce nell'uomo l'idea di un creatore onnipotente ecc al quale "aggrapparsi" per sopportare il peso della vita terrena auspicando ad un'ideale vita post mortem)
- il primo punto concettualmente ci sta (si nasconde oppure è pur sempre al di fuori della nostra possibilità di esperienza sensibile, di fatto dall'ipotesi Dio=creatore ha scelto di metterci tale limite, quindi pur sempre una scelta di restare nascosto)
- il terzo punto è antropocentrico: volutamente focus sull'intelletto, considerando le opere e creazioni dell'uomo necessariamente migliori, più evolute di altre specie animali e vegetali (è necessariamente corretto?)
- il punto 4 non lo vedo come contraddittorio, può essere - ipotesi creazionista - comunque funzionale ad un turnover, ricambio, evoluzione; comunque sia, vita+morte è complementare e nella nostra vita comune interpretiamo il tempo come assoluto e unidirezionale (già con la teoria della relatività, crolla il primo punto)
- il punto 5 è antropocentrico come il punto 3, inoltre rileggi bene il punto 2, se nella nostra psiche si è formata l'idea di Dio, il concetto "Dio dovrebbe essere buono..." è comunque confinato al nostro pensiero, alla nostra idea di giusto-sbagliato, buono-cattivo (da qui il "perché Auschwitz se Dio esiste.." e cose simili, problema aggirato con la scusa del libero arbitrio, comunque non risolutivo); diamo per scontata un'etica favorevole alla cooperazione, diciamo funzionale alla vita di tutti i giorni, in società
- nel punto 6, per logica, ci vedrei due contraddizioni (la prima un'antinomia):
- onnipotente ma è impossibilitato a morire: un essere al di sopra di tutto, deve restare al di sopra di tutto e quindi non può morire; se però è al di sopra di tutto, onnipotente, potrebbe decidere qualunque cosa (spoiler: per quanto controintuitivo, anche alterae il senso di coerenza logica)
- decide di non morire: questo punto è contraddittorio, non può morire e "semplicemente decide di non morire", eventualmente sarebbe anche questa un'altra antinomia
- il punto 7 è sia antropocentrico (emozione di invidia), poi la questione "decisione" richiama la contraddizione del punto 6 ("Dio [onnipotente?] non potrebbe mai provare in prima persona"); per l'essere umano, la cosa peggiore è la consapevolezza non dell'evento morte in sé ma dell' "essere", della nostra (possibile, presunta) assenza di intelletto e coscienza, a partire dalla morte fisica, in poi
- il punto 8 quindi si ricollega all'antropocentrismo del punto 7
- il punto 9 è orginale, mi piace come idea (comunque una visione che si rifà al panteismo), chiaro che però si fonda sui precedenti presupposti antropocentrici
Che dire, partendo dal presupposto che la binarietà della scelta "Dio esiste" quindi SI-NO (0-1) è insoddisfacente in entrambi i casi ("Dio ha creato tutto, va bene, e prima?", "se Dio non esiste, qual è il senso dell'origine, cosa significa <<prima non c'era nulla>>?" - poi nota che determinismo causa-effetto non è necessariamente legato al), sono arrivato piuttosto a pensare questo: la nostra logica è limitata (proprio il senso logico, al di là delle capacità intellettuali), quindi oltre ai filtri sensoriali per l'esperienza sensibile, strutture a priori della mente (ovvio riferimento a Kant) che ci "obbligano" ad intendere uno spazio tridimensionale e tempo sia unidimensionale che unidirezionale (ne siamo sicuri? Quando per dire, la generalizzazione matematica n-dimensionale è pur sempre valida, trova però dei limiti all'applicazione fisica), le antinomie riguardano proprio le contraddizioni logiche. Quindi alla risposta "Dio esiste" - per quanto so essere estremamente controintuitivo - ritengo quindi che la risposta non sia proprio esprimibile come SI/NO - al di là comunque dell'indimostrabilità); diceva anche Bertrand Russell in La mia filosofia (non ricordo le parole esatte) che sebbene la nostra logica mostri contraddizioni e un totale scetticismo a riguardo sarebbe comunque sia indimostrabile sia inconfutabile, resta pur sempre l'unico strumento che abbiamo a disposizione quindi è opportuno continuare a farne uso.