∞ Rapture On The Lonley Shore ∞
Mi imbatto in questo messaggio dopo un anno e giuro che avendo perso la password del Fatalista non l'avevo mai letto sino ad ora. Stavo scorrendo i tuoi messaggi e notavo in te una certa vanagloria, tipicamente caratterizzante quegli stronzi (e stronzi lo si prenda in un senso lato, latissimo) che perché la maggior parte delle persone non capisce un cazzo di filosofia e loro hanno dato qualche esame all'università, allora si sentono in diritto di sparare le peggiori stronzate e farlo con tono didascalico, in modo che gli altri abbiano la percezione che stiano dicendo cose giuste. Mi rincresce tu sia così e nutro per te quella stessa compassione che nutrirei guardando un cane che affonda nelle sabbia mobili.
Mi fa sorridere che elevi la logica contemporanea ad assioma, ma mi fa sorridere ancor di più che vorresti usare la logica contemporanea, che è prettamente linguistica (praticamente è linguaggio che rimanda a sé stesso continuamente, ti basti leggere Quine, Davidson, Dummett o lo stesso Kripke, che avrai citato solamente per riempirti la bocca e di cui non avrai nessuna conoscenza, tantomeno universitaria) per smontare un'idea che niente ha a che fare con la logica modalizzata, linguistica o anche solamente formale, ma che, sebbene si avvalga della logica discorsiva - che è cosa ben diversa dalla logica formalizzata dall'elenchos aristotelico in avanti - si apre a una più ampia prospettiva che condensa in sé tanto la metafisica quanto l'ontologia. L'idea di Necessità\Fato in questo caso non è logica formalizzata, Diodoro non è un logico, ma un filosofo ''tout court'', un ontologo se vogliamo essere precisi. Lui sosteneva che nulla di ciò che è possibile possa venire dall'impossibile, o paro paro: ''Da qualche cosa di possibile non può venire nulla d'impossibile''. Questo è un argomento dialettico, il cui sfondo teorico affonda nella metafisica parmenidea. Citami un solo autore contemporaneo che abbia smontato Parmenide. Non ti impegnare troppo con la ricerca su Google, non trovi nulla, te lo dico io: non esiste. Non esiste e tantomeno nel ramo della logica modale, di cui non si occupano della logica discorsiva o metafisica, che è aprioristica, ma solamente di reimpostare quella stessa (e direi piuttosto infecondamente) in un'ottica linguistico-empiristica che, riducendo tutti gli a priori, riduce la filosofia a mera fenomenalità, fatticità storica, evenemenziale, particolarizzata all'ennesima potenza. Quando tu parli di ''strumenti modali'', tu non stai parlando dell'essere, non mi stai dando nessun contributo, e né tantomeno parli della stessa cosa cui si riferisce Diodoro Crono: stai parlando di un sistema autoreferenziale che si occupa, attraverso delle ipotesi, di qualificare la realtà non per ciò che è, ma per ciò che offre il paradigma linguistico non estensionale degli operatori modali. Il che significa, in altre parole: riduzione alla logica empirica più stringente e morte di ogni slancio dialettico e speculativo sull'essere in quanto tale.
Questo ne è l'esempio. Diodoro non parla di ''verità di enunciati'' ma di Essere. Quando tra i frammenti diodorei echeggia che ciò che è successo in passato, era impossibile che si verificasse diversamente, lui non sta parlando solamente del fenomeno storico in quanto tale, ma categorizza l'Essere secondo la nozione di Necessità ontologica. In altre parole, Diodoro afferma che se impossibile è tutto ciò che non può avvenire, tutto ciò che non avviene è di fatto impossibile. Il che non implica semplicisticamente che quel dato avvenimento doveva accadere per forza di cose, ma che l'intero essente, giacché possibile, esclude da sé ogni non essente (giacché impossibile). D'altra parte lo stesso Diodoro era un esponente della scuola megarica, la quale si richiamava apertamente agli Eleati. Se tu vuoi confutare il discorso di Diodoro, non puoi farlo sul campo della logica moderna, che non parla di Essere, bensì su quello ontologico-metafisico, che si regge sulla logica discorsiva. D'altra parte, confutare un discorso dialettico (sia esso ontologico, ermeneutico, etc.) con i modali è come tentare di contrastare un incendio con la pistola ad acqua.
Attendo tue, sperando in un rinsavimento.