Qualche giorno fa ho postato una domanda sul determinismo/fatalismo/necessitarismo logico (e ontologico) di Diodoro Crono. Ovviamente non sono stato compreso. Oggi ho provato a cercare Crono su Wiki e ho trovato una spiegazione magari più accessibile della mia. Leggete e dite cosa ne pensate:
Diodoro è all'origine del cosiddetto argomento “prepotente” (in greco, ὁ κυριεύων λόγος ), che equivale a negare - almeno semanticamente - i "contingenti futuri". Questo argomento è un insieme di tre proposizioni in cui c'è necessariamente un conflitto di una, qualunque essa sia, con le altre due.
Epitteto nelle sue Interviste (II, XIX) ci dà una delle rare formulazioni che ci sono pervenute:
“Ogni vera proposizione riguardante il passato è necessaria. "
“L'impossibile non segue logicamente il possibile. "
"C'è qualcosa di possibile che attualmente non è vero e non lo sarà"
L'esatta ricostituzione del ragionamento è stata oggetto di molti dibattiti e diverse formalità. Per dare un'idea generale del pensiero di Diodoro, possiamo schematizzare l'argomento come segue. Essendo il passato irrevocabile, ciò che è vero ad esso non può diventare falso e le proposizioni che lo affermano sono quindi necessarie (" Socrate morì ad Atene" non possono essere false), viceversa, la negazione di una proposizione vera relativa al passato è impossibile ("Socrate fuggì da Atene" è impossibile oggi). La nozione di possibile implica, in quanto ad essa, che una proposizione che non è vera, in un dato momento, potrebbe esserlo ("Socrate fuggirà da Atene" è possibile prima dell'esecuzione di questa). Se questa proposizione non viene mai realizzata, allora è falsa per tutti gli istanti del tempo, deve quindi ritenersi impossibile ("Socrate fuggì da Atene" non è mai stato vero e mai lo sarà). Si deve quindi concludere, secondo Diodoro, che non si può qualificare come possibile qualcosa che non si realizza perché, in questo caso, qualcosa di impossibile ("Socrate fuggì da Atene") risulterebbe da qualcosa di possibile ("Socrate fuggirà da Atene").
La soluzione di Diodoro consiste nel negare la terza premessa (mentre, come nota Epitteto, Cleante ne deduce la falsità della prima e Crisippo quella della seconda). Il possibile, per lui, è quindi definito come ciò che è o sarà vero. Diodoro quindi non nega l'idea di possibilità ma la riduce a ciò che è o sarà effettivamente; quindi c'è solo un possibile corso degli eventi che, quando si realizza, si rivela necessario.