Domanda di riferimento: https://domandina.it/d/326277-rs-lanelito-al-divino/5
LutherBlissett È chiaro che essendo la nostra vera natura profonda quella di esser parti di Dio, inconsciamente aspiriamo a reintegrarci.
Possiamo dunque affermare che l’aspirazione verso l’Uno dipenda dalla difficoltà di Dio di separarsi nettamente da Sé, e che ogni Sua minima distrazione equivalga ad un risveglio parziale dell’Io?
Se sì, allora una Sua sola distrazione deve costarGli molto cara, dato che un uomo non potrebbe scordarsi facilmente di aver vissuto un’esperienza così intesta, seppur breve.
Come si difende Dio da questa scomoda evenienza? Tenendo conto che la Sua capacità di immedesimazione non è perfezionabile, deve puntare tutto su una “smentita”, per riconfermare la Sua inesistenza:
-Amplificando il male nel mondo;
-Permettendo il fittizio progredire della scienza;
-Simulando un altro risveglio, in quello stesso uomo, ma nelle vesti di un'altra divinità;
Ecc.
Oppure come?
Vorrei far notare, oltretutto, che l’anelito al divino, visto in questa prospettiva, si svincola dalla sua componente emotiva tipicamente umana (come l’amore cristiano per Dio), rendendola, a mio avviso, decisamente più accettabile.