Ray-Lennox-From-Leith-To-Civago
Gli sviluppi della storia:
Pausa di riflessione
Erano trascorse quattro settimane da quella piovosa notte romana. Un avvenimento sconvolgente aveva messo in discussione la relazione fra Cesare e Donatella. Questi tagliarono i ponti dopo che, una notte in cui il pt era tornato dopo 1 ora dalla chiusura in palestra per controllare se avesse chiuso tutte le finestre della sala pesi, trovò lei, la sua donna dalla pelle liscia e candida e i ricci capelli fulvi fare l'amore nello spogliatoio femminile con Tony o' pizzaiuolo, bodybuilder napoletano. Tony, capelli folti e scuri e fisico scolpito, era venuto a Roma per competere in un’imminente gara di bodybuilding, per la quale si era allenato nelle due restanti settimane nella palestra di Cesare.
Al pt era parso di cogliere un'insolita vicinanza tra i due, ma aveva giustificato la cosa essendo egli totalmente impegnato con dei nuovi iscritti e l'ancora imbranataggine di Donatella che necessitava talvolta di adeguata assistenza. Accantonò ogni dubbio e continuava, così, il suo lavoro.
Fu un duro colpo per lui trovare, fin dal primo piano dell’edificio, i vestiti dei due amanti sparsi tra gli attrezzi e il reggiseno in pizzo nero di lei penzoloni sul passamano della scala che portava al piano superiore.
Tradito nella fiducia e ferito nell'animo, gli occhi cerulei colmi di lacrime, accettò suo malgrado la proposta di lei riguardo una pausa di riflessione. Cesare, a dire il vero, non aveva assolutamente nulla su cui riflettere e la scelta era già chiara e definitiva nella sua mente.
In quanto a Lorenzo e Augusta, essi avevano spostato, fin dal loro secondo incontro, gli allenamenti a casa di lui. La giovane donna, insicura, non si sentiva pronta a fare gli esercizi in presenza di altre persone. Lorenzo fu molto caro a non forzarla e quindi le propose quell' alternativa, sicuro che lei avesse espresso il desiderio di tornare nella palestra di Cesare prima di quanto potesse immaginare.
Non stavano insieme, eppure c'erano i presupposti per far sbocciare in amore la loro intesa reciproca. Questo fino a quella sera.
Un venerdì, dopo il consueto allenamento, erano andati a cena da I Bufalotti Affamati, steakhouse gestita da due fratelli, suoi amici; luogo in cui Er Montone si era fatto certe mangiate con gli altri atleti dopo le gare di powerlifting da far rabbrividire chiunque presente in sala.
Posto traboccante di lieti ricordi, Lorenzo non vedeva perché non crearne uno nuovo con quella dolcissima signorina, magari anche più bello.
Il locale era accogliente e gran parte dei tavoli occupati. La serata procedeva a gonfie vele: la coppia parlava di tutto e di più, senza riserve o paura di annoiare. Lei splendeva di una luce speciale e lui era di buon umore e si sentiva sereno, sensazione che non provava da moltissimo tempo.
Incontrarono anche Tony o' pizzaiuolo passato a salutare i proprietari della steakhouse in compagnia di una ragazza dallo sguardo seducente, Mia, un' iraniana trasferitasi da circa 1 anno a Roma per praticare pugilato a livello agonistico; uno scambio veloce di battute e la nuova coppia andò a prendere posto al piano superiore.
"Ci siamo Lorenzo, questa è la volta buona." Disse l'uomo alla sua immagine riflessa allo specchio del bagno degli uomini.
"Dopo cena la porterò in un localino a Trastevere per un drink e poi dritti a casa mia. Stanotte Augusta conoscerà Er Montone".
Si aggiustava l'elegante giacca blu scuro, il sorriso di un uomo soddisfatto e felice.
Quando Lorenzo tornò a sedersi al tavolo, la donna che vide non gli parve neanche più Augusta.
Lo sguardo cupo e puntato verso il basso, rossa in volto, stretta nella spalle e le mani incrociate sul grembo.
Non esitò ad alzare la testa e sorridergli quando si accorse della sua presenza, ma c'era qualcosa che non quadrava.
Lorenzo, seduto, si guardò attorno attirato dagli sguardi di alcune persone, sedute ai tavoli vicini, rivolti verso di loro.
"Aò, che guardate! Continuate a magnà"
Un uomo da un tavolo più distante soffocò senza successo una risata.
"Oh, ma ce l'hai con me? Chi cazzo ti conosce, cornuto!"
Er Montone si diresse al tavolo dell'uomo facendo con la mano il tipico gesto italiano che consisteva nel portare avanti e indietro la mano con le dita serrate.
"Ah, che cerchi da me, io non ho fatto niente. Chiedi a quelli in fondo" rispose strafottente l'uomo.
Er Montone si voltò di scatto e vide un gruppo di nove giovani uomini alzarsi da un tavolo per andare a pagare il conto. Augusta aveva di nuovo la testa abbassata.
Ne riconobbe alcuni e mentre si dirigeva al tavolo una voce, da dietro, lo raggiunse.
"Tre di loro si sono avvicinati e hanno detto qualcosa alla tua ragazza" una giovane donna, seduta al tavolo col partner si fece avanti. Entrambi erano dispiaciuti.
"Quelli...cosa? Ch' hanno detto?"
La coppia rimase in silenzio. Er Montone si voltò di nuovo verso Augusta, seduta di spalle, e capì.
"Amore, aspettami qua, vado fuori a fumare una sigaretta" provò a distrarla.
La giovane arrossì ancora di più all'istante e sgranò gli occhi; era la prima volta che Lorenzo si rivolgeva a lei con quel termine.
Come una furia Er Montone seguì il gruppo fino al retro del locale dove stava tentando di dileguarsi.
Prese da una spalla uno di loro voltandolo verso di lui e gli sferrò un potente pugno dritto in faccia.
Era il caos.
La rissa venne sedata da Tony o' pizzaiuolo e uno dei fratelli proprietari che avevano sentito imprecazioni, bestemmie e rumori di lamiera sbattuta.
Er Montone, seppure di buona prestanza fisica, era in uno contro i nove più altri due loro amici che passavano di lì per caso.
Era steso a terra, di testa contro lo sportello di un'automobile parcheggiata.
Aveva un buco sulla tempia, che si era procurato dopo essere stato sbattuto contro l'automobile da due di quel gruppo, il sangue gli rigava tutta la guancia sinistra e gli si era strappata l'attaccatura della manica della giacca.
Il proprietario mandò via il gruppo, urlando loro di non tornare più nel suo locale.
"Annate ar diavolo, stronzi!"
Nell' allontanarsi, uno di loro si voltò di scatto, un amico frapponendosi lo tratteneva, ma il primo riuscì a dire in tono di sfida col fiato che gli rimaneva : "Lorè, non te le fai più le gnocche? Alla vecchia palestra parlano ancora di te!"
Er Montone, serio, non rispose.
Tony supportò l'amico aiutandolo a rialzarsi.
"A posto, fratè? Ci devo tornare a Roma fra due settimane, se li becco..." affermò torvo
I due amici si strinsero la mano.
Er Montone era dolorante, ma l'amicizia di Tony lo fece sentire subito meglio. Era pronto a ringraziarlo quando volse lo sguardo verso la porta del retro da cui proveniva luce e vide Augusta insieme a Mia e la coppia di prima.
Augusta era in volto un misto di pallore per lo spavento ad aver sentito le grida da dentro il locale e rossore sulle guance per l'imbarazzo che provava.
A niente valsero i disperati tentativi di Er Montone di fermarla, la giovane volle tornare a casa senza di lui. Niente spiegazioni o altro, andò via davanti ai suoi occhi e basta.
Quella notte, mentre Er Montone era ormai tornato a casa sua, provò a richiamare al telefono Augusta che non rispose alla chiamata, ma gli scrisse subito dopo in chat che era meglio non vedersi per un po'.
Fine