user7288 un po' come già accennavo nella discussione Viviamo in un ' epoca un po' " nichilista", secondo voi?, la distinzione (riferimenti al pensiero di Nietzsche):
- nichilismo attivo: dovrebbe indicare la volontà di raggiungere una nuova fase, nuovi valori, eliminando il vecchio ormai inutile, non più valido (per varie ragioni); quindi partendo dal classico "Dio è morto" che va inteso non tanto in termini strettamente religiosi, ma proprio come "la crisi delle nostre credenze" (pensiamo anche ad esempio alla meccanica quantistica che, almeno all'apparenza, ha messo in crisi la precedente concezione deterministica della fisica, ora parliamo di casualità e non causalità, vengono meno le leggi di Newton quando siamo su scala atomica e subatomica), dicevo, partendo da questo avviene poi una successiva fase di ricostruzione, raggiungere nuovi valori, nuovi orizzonti, rinnovarsi
- nichilismo passivo: fermarsi alla prima fase (crollo delle certezze, valori, credenze) e in modo passivo, non avere più alcuno stimolo, degrado e decadentismo; di certo se prendi l'Italiano medio (Italiano, ma non solo) difficilmente infatti puoi pretendere che compia chissà quale salto, percorso di crescita e autorealizzazione, capacità di accettazione e nuovo riadattamento; la "morte di Dio" ovvero la crisi delle credenze (molte persone senza un riferimento solido e stabile - non solo il concetto di Dio - sono praticamente "morte") determina quindi una crisi troppo grande che non può essere affrontata, allora si inizia a vivere in uno stato di decadimento e degrado, potremmo dire in questo caso "tutto è ormai morto, nulla ha più senso, la vita non ha senso"... ecc
Fare questa distinzione non è semplice, molte persone purtroppo si fermano al nichilismo passivo (di fatto "ne siamo investiti", non comporta uno sforzo da parte nostro, a differenza della fase attiva, già dal nome si capisce), motivo per cui spesso il nichilismo è associato proprio ad una rassegnazione, degrado, decadenza.