Antonio_Scalzo Propaganda del proprio Paese??? Ecco il rapporto di Amnesty International sulle GRAVI violazioni dei diritti umani in Cina. Buona lettura. Fonte: https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2021-2022/asia-e-pacifico/cina/
<<REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Capo di stato: Xi Jinping
Capo di governo: Li Keqiang
La situazione dei diritti umani in Cina ha continuato a deteriorarsi. Avvocati e attivisti per i diritti umani hanno denunciato molestie e intimidazioni, processi iniqui, detenzioni arbitrarie, in incommunicado, lunghe reclusioni, torture e altri maltrattamenti per il semplice esercizio del diritto alla libertà d’espressione e altri diritti umani. Il governo ha proseguito con la campagna di indottrinamento politico, detenzioni arbitrarie di massa, tortura e assimilazione culturale forzata ai danni dei musulmani che vivono nello Xinjiang. Migliaia di bambini uiguri sono stati separati dai loro genitori. La legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong ha permesso violazioni dei diritti umani senza precedenti da quando fu istituita la regione amministrativa speciale. Ci sono stati progressi limitati nel riconoscimento dei diritti delle persone Lgbti a Hong Kong.
CONTESTO
Il 10 giugno, il comitato permanente dell’assemblea nazionale del popolo ha approvato una legge contro le sanzioni per fronteggiare le sanzioni straniere, in un contesto di crescente pressione internazionale per le gravi violazioni dei diritti umani in tutto il paese. Il governo ha chiesto una riduzione degli aborti che non siano “necessari dal punto di vista medico” e ha promulgato una legge che consente alle coppie sposate di avere fino a tre figli, a seguito di un ulteriore calo dei tassi di natalità.
DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI E ATTIVISTI
I difensori dei diritti umani hanno continuato a subire una dura repressione. Le autorità hanno arrestato e detenuto molti difensori dei diritti umani e attivisti per lunghi periodi con accuse ingiustificabili, definite in modo generico e formulate in modo vago. Senza poter contattare la famiglia e gli avvocati di loro scelta né poter accedere a meccanismi efficaci di equità processuale, secondo quanto riferito, molti difensori dei diritti umani sono stati sottoposti a torture e altri maltrattamenti durante la detenzione. Le autorità hanno spesso continuato a controllare, molestare e intimidire le persone anche dopo il rilascio e a limitare la loro libertà di movimento.
Sei anni dopo l’inedito “giro di vite 709” contro difensori dei diritti umani e avvocati, che aveva compreso una serie di incursioni coordinate in tutta la Cina, molti avvocati sono rimasti in prigione o sotto stretta sorveglianza.
Detenuto dal gennaio 2018 e condannato a quattro anni di reclusione nel giugno 2020, il 9maggio all’eminente avvocato per i diritti umani Yu Wensheng è stata finalmente concessa una visita della moglie e del figlio nella prigione di Nanchino. Secondo la moglie, l’uomo appariva denutrito e la sua salute era peggiorata1.
A gennaio, dopo una lunga detenzione in incommunicado, lo studioso di diritto Xu Zhiyong e l’ex avvocato per i diritti umani Ding Jiaxi sono stati autorizzati a parlare con i loro avvocati.
Entrambi hanno rivelato di aver subìto la tortura della “sedia tigre”, legati a una sedia di ferro con gli arti contorti per più di 10 ore al giorno per molti giorni. A ottobre sono stati incriminati per “sovversione del potere statale”2.
Il 6 febbraio è stata nuovamente arrestata la difensora dei diritti umani Li Qiaochu, compagna di Xu Zhiyong. Il 15 marzo è stata accusata di “incitamento alla sovversione del potere statale” per aver chiesto il rilascio di Xu Zhiyong e un trattamento migliore per lui. La salute mentale della donna si è deteriorata durante la detenzione3.
Formalmente arrestata nel 2017, l’avvocata per i diritti umani Li Yuhan, che aveva difeso altri avvocati per i diritti umani, è stata processata il 20 ottobre con l’accusa di “frode” e di “attaccare briga e provocare problemi”.
L’ex prigioniero di coscienza e avvocato per i diritti umani Gao Zhisheng, che per molti anni è stato una voce essenziale per le persone vulnerabili, risultava ancora scomparso. La sua esatta ubicazione e le sue condizioni non sono note dall’agosto 2017.
Il difensore dei diritti umani Yang Maodong (noto con lo pseudonimo “Guo Feixiong”) è scomparso il 29 gennaio, la mattina dopo aver iniziato uno sciopero della fame all’aeroporto internazionale Pudong di Shanghai per protestare contro le autorità che gli impedivano di lasciare il paese per visitare la moglie gravemente malata negli Usa4.
L’avvocato per i diritti umani Chang Weiping è stato ufficialmente accusato di “sovversione del potere statale” il 16 aprile, sei mesi dopo che gli agenti di polizia lo avevano arrestato per aver dettagliato pubblicamente le torture subite quando era stato detenuto nel gennaio 2020. A fine anno era detenuto in incommunicado nel centro di detenzione della contea di Feng5.
A maggio, Yang Hengjun, scrittore e critico dell’operato del governo, è stato processato a porte chiuse. A fine anno non era ancora stato pronunciato un verdetto. In carcere da più di 36 mesi, ha continuato a negare tutte le accuse di spionaggio e ha subìto centinaia di ore di interrogatori e maltrattamenti.
Ad agosto, Cheng Yuan, Liu Yongze e Wu Gejianxiong, il primo fondatore e gli altri dipendenti della Ong Changsha Funeng, sono stati condannati a periodi di reclusione dai due ai cinque anni dopo un processo segreto, per aver difeso i diritti dei gruppi emarginati e delle persone vulnerabili.
Il 5 novembre, i familiari dell’attivista per i diritti del lavoro Wang Jianbing e dell’attivista della campagna #MeToo Sophia Huang Xueqin hanno ricevuto le notifiche dei loro arresti dall’ufficio di sicurezza di Guangzhou, in cui si dichiarava che erano detenuti per “incitamento alla sovversione del potere statale”.
REGIONI ETNICHE AUTONOME
Il governo ha adottato misure estreme per impedire comunicazioni libere, indagini indipendenti e rapporti accurati dalla regione autonoma uigura dello Xinjiang e dalla regione autonoma del Tibet. A parte poche eccezioni di viaggi controllati dallo stato, l’accesso e i movimenti da e verso le regioni delle minoranze etniche sono rimasti fortemente limitati, in particolare per i giornalisti e le organizzazioni per i diritti umani. L’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani ha continuato a chiedere l’autorizzazione a compiere visite, ma senza progressi tangibili.
Xinjiang
Il governo ha proseguito l’attuazione di politiche di vasta portata che hanno gravemente limitato le libertà dei musulmani nello Xinjiang. Queste politiche violavano molteplici diritti umani, compresi i diritti alla libertà e alla sicurezza della persona, alla privacy, alla libertà di movimento, opinione ed espressione, pensiero, coscienza, religione e credo, alla partecipazione alla vita culturale, all’uguaglianza e alla non discriminazione. Queste violazioni sono state compiute in modo diffuso e sistematico al punto da diventare un aspetto permanente della vita quotidiana di milioni di uiguri, kazaki e altre minoranze etniche prevalentemente musulmane dello Xinjiang.
Dal 2017, con il pretesto di una campagna contro il “terrorismo”, il governo ha compiuto abusi massicci e sistematici contro i musulmani che vivono nello Xinjiang. Lungi dall’essere una risposta legittima alla presunta minaccia terroristica, la campagna ha dimostrato un chiaro intento di colpire collettivamente parti della popolazione dello Xinjiang a causa della loro religione ed etnia e di usare gravi violenze, intimidazioni e detenzioni di massa arbitrarie per sradicare le credenze religiose islamiche e le pratiche etnoculturali turcomusulmane. Centinaia di migliaia di uomini e donne di gruppi etnici prevalentemente musulmani sono state imprigionate. Altre centinaia di migliaia, secondo alcune stime più di un milione, sono state detenute in campi di internamento, che il governo chiamava centri di “formazione” o “educazione”. Qui le persone detenute hanno subìto continui indottrinamenti forzati, torture fisiche e psicologiche e altri maltrattamenti. I metodi di tortura utilizzati durante gli interrogatori e come punizione includevano percosse, scosse elettriche, posizioni dolorose, uso illegale di metodi di contenimento, tra cui essere legati a una “sedia tigre”, privazione del sonno, sospensione a un muro, temperature estremamente fredde e isolamento.
Nonostante l’annuncio del dicembre 2019 con cui il governo aveva affermato di aver chiuso i campi di internamento e che tutti coloro che ci vivevano erano “tornati nella società”, sono perdurate prove credibili che molte persone internate nello Xinjiang siano state trasferite e siano rimaste in detenzione. Un gran numero di famiglie ha continuato a denunciare la scomparsa di parenti, che ritengono essere detenuti6.
Tra ottobre 2019 e maggio 2021, Amnesty International ha raccolto prove schiaccianti che il governo cinese aveva commesso per lo meno i seguenti crimini contro l’umanità: incarcerazione o altra grave privazione della libertà fisica, tortura e persecuzione.
Il governo ha impedito a milioni di residenti dello Xinjiang di comunicare liberamente. Le persone che vivevano all’estero spesso non sono state in grado di ottenere informazioni sulle proprie famiglie nello Xinjiang. La campagna di detenzioni di massa combinata con la repressione sistematica ha impedito ai genitori uiguri che studiavano o lavoravano all’estero di tornare a prendersi cura dei loro figli, mentre è stato quasi impossibile per questi bambini lasciare la Cina per riunirsi ai genitori all’estero. Alcuni genitori hanno riferito che i loro figli erano stati portati in “campi per orfani”, dove era loro vietato parlare nella loro lingua madre o comunicare con le famiglie.
A febbraio, ex detenute hanno rivelato di aver subìto o assistito a violenze sessuali, incluso lo stupro, nei “centri di rieducazione” nello Xinjiang. Le autorità cinesi non hanno condiviso i dettagli di alcuna indagine su tali denunce. Al contrario, un portavoce del ministero degli Esteri ha accusato le donne di mentire, di avere un “carattere inferiore” e una “vita privata disordinata”, di essere “pigre”, di aver commesso adulterio e di avere malattie sessualmente trasmissibili. Il governo ha anche reso noti i dati medici privati delle donne durante una conferenza stampa.
L’imprenditore tecnologico uiguro Ekpar Asat è stato ritenuto colpevole, senza alcuna notizia di un processo, dell’accusa di “incitamento all’odio etnico e alla discriminazione etnica” e condannato a 15 anni di carcere. Secondo le informazioni fornite dalla famiglia, dal gennaio 2019 era stato tenuto in isolamento in condizioni che hanno provocato il deterioramento della sua salute7.
Weilina Muhatai, una donna di etnia kazaka residente nello Xinjiang, e i suoi due figli, Muheyati e Parisati Haliyoula, risultavano scomparsi dall’agosto 2020. Potrebbero essere stati detenuti per il loro attivismo per conto del marito e padre imprigionato, Haliyoula Tuerxun. A seguito della loro scomparsa, altri parenti sono stati informati che Haliyoula Tuerxun era morto in detenzione a dicembre 2020.
A fine novembre 2020, dopo un soggiorno in ospedale, la uigura Mahira Yakub è stata riportata al centro di detenzione di Yining nello Xinjiang, dove è rimasta senza poter comunicare con la famiglia o con un avvocato di sua scelta. Era scomparsa nell’aprile 2019 e incriminata nel gennaio 2020 per “aver dato supporto materiale ad attività terroristiche”, dopo che aveva trasferito denaro ai suoi genitori in Australia per acquistare una casa8.
Le autorità cinesi hanno continuato a fare pressione sugli altri governi per rimpatriare in Cina gli uiguri che vivono all’estero. Il 19 luglio, Idris Hasan è stato arrestato all’aeroporto di Casablanca, dopo un volo che lo aveva portato dalla Turchia al Marocco. Detenuto per oltre cinque mesi, Idris Hasan è rimasto a rischio di estradizione in Cina, dove potrebbe subire una lunga detenzione arbitraria, torture e altri maltrattamenti.
Tibet
Il monaco tibetano Rinchen Tsultrim è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione in un processo segreto per “incitamento alla secessione”, dopo aver espresso opinioni politiche sul proprio account su un social media. È stato tenuto in incommunicado dal 1° agosto 2019 e i suoi familiari hanno appreso del processo, del presunto crimine e del luogo in cui si trovava solo attraverso una risposta delle autorità cinesi a esperti di diritti umani delle Nazioni Unite nell’agosto 2021.
LIBERTÀ D’ESPRESSIONE
Sono proseguiti i severi controlli e le restrizioni alla libertà d’espressione online. L’8 febbraio, le autorità cinesi hanno bloccato Clubhouse, un’applicazione audio utilizzata da migliaia di persone in tutta la Cina e altrove per discutere di argomenti che includevano lo Xinjiang e Hong Kong. La legge sulla protezione delle informazioni personali è entrata in vigore il 1° novembre e ha ulteriormente regolato il cyberspazio e imposto la localizzazione dei dati. Il social network LinkedIn, di proprietà di Microsoft, ha chiuso la sua versione cinese a causa di un “ambiente operativo significativamente più impegnativo e maggiori requisiti di conformità in Cina”.
Difensori dei diritti umani, attivisti e giornalisti partecipativi hanno rischiato la vita per riferire sull’epidemia da Covid-19 e sono stati una fonte vitale di informazioni di prima mano non censurate. Il governo li ha sottoposti a molestie e rappresaglie, compresa la detenzione. L’ex avvocata Zhang Zhan, condannata nel dicembre 2020 a quattro anni di reclusione per aver riferito sull’epidemia da Covid-19 nella città di Wuhan all’inizio di quell’anno, ha cominciato uno sciopero della fame parziale per protestare contro l’incarcerazione. La sua salute si è deteriorata e la sua vita era a rischio. Il giornalista partecipativo Chen Qiushi è stato rilasciato oltre 600 giorni dopo essere stato arrestato nel febbraio 2020. È rimasta incerta l’ubicazione del giornalista partecipativo Fang Bin, scomparso nel febbraio 2020 dopo aver riferito dell’epidemia da Covid-19.
PENA DI MORTE
La Cina ha continuato a essere il paese leader al mondo per la pena di morte, anche se i dati su esecuzioni e condanne a morte sono rimasti coperti dal segreto di stato, impedendo così un controllo indipendente.
Il 10 agosto, Robert Schellenberg, un cittadino canadese condannato per traffico di droga, ha visto la sua pena detentiva diventare una condanna a morte durante un nuovo processo celebrato in un solo giorno. Il processo ha coinciso con una disputa diplomatica tra Canada e Cina.
Come negli anni precedenti, il monitoraggio di Amnesty International ha suggerito che la pena di morte sia stata utilizzata principalmente per punire l’omicidio e i reati di droga, pur essendo applicabile per 46 reati, tra cui figurano molti atti non violenti che non soddisfano la definizione di “crimini più gravi” secondo il diritto e gli standard internazionali. Due ex funzionari governativi uiguri sono stati condannati a morte nello Xinjiang, dove è risaputo che negli anni precedenti la pena di morte era stata comminata segretamente dopo procedimenti gravemente iniqui.
DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE
L’amministrazione nazionale per la radio e la televisione, l’agenzia cinese per le trasmissioni televisive, ha ordinato alle emittenti di bandire tutti i cosiddetti uomini “femminuccia” (effeminati) dalla televisione, un atto che prosegue la campagna nazionale per “ripulire” Internet dalle rappresentazioni Lgbti. Le nuove regole includevano la cancellazione di contenuti giudicati “dannosi” per i giovani e di quelli che li spingerebbero verso il mondo “estremo” dei fan. A luglio, le autorità hanno chiuso decine di account di organizzazioni Lgbti sui social media. A settembre, con un annuncio pubblicato dall’amministrazione nazionale per la radio e la televisione, i ruoli di genere non tradizionali e le persone Lgbti sono stati descritti come “anormali” e “volgari”.
REGIONE AMMINISTRATIVA SPECIALE DI HONG KONG
Nel corso dell’anno, le autorità hanno rapidamente ampliato il regime legale di sicurezza nazionale a Hong Kong, estendendo ulteriormente l’applicazione della definizione eccessivamente generica di “messa in pericolo della sicurezza nazionale”, per limitare in modo sproporzionato i diritti umani. A marzo, il parlamento della Cina continentale ha approvato la decisione di ridurre i seggi eletti direttamente nelle elezioni del consiglio legislativo di Hong Kong e di consentire alla polizia di sicurezza nazionale di esaminare tutti i candidati prima che si presentino alle elezioni. A ottobre, il consiglio legislativo ha approvato una legge che consente al governo di censurare i film ritenuti “un pericolo per la sicurezza nazionale”.
Legge sulla sicurezza nazionale
La legge sulla sicurezza nazionale (National Security Law – Nsl), introdotta nel 2020, ha consentito violazioni dei diritti umani senza precedenti da quando è stata istituita la regione amministrativa speciale di Hong Kong nel 1997. Dopo la promulgazione della legge, si è avuto un rapido deterioramento della libertà d’espressione, di riunione pacifica e di associazione e di altri diritti umani a Hong Kong9. Almeno 61 organizzazioni della società civile si sono sciolte in risposta alla minaccia generata dalla legge, tra cui il più grande sindacato professionale di Hong Kong e gli organizzatori di importanti manifestazioni di protesta pacifiche. Il 6 gennaio, l’opposizione politica a Hong Kong è stata di fatto cancellata in seguito all’arresto di 55 persone, principalmente legislatori e attivisti filodemocratici, ai sensi della Nsl.
È risultato evidente che le garanzie sui diritti umani previste dalla Nsl erano di fatto inutili. Sotto la Nsl, l’espressione politica pacifica è stata sproporzionatamente limitata e persino penalizzata. Nel perseguire incriminazioni secondo la nuova legge, la pubblica accusa ha utilizzato come prova episodi precedenti l’emanazione della Nsl, contraddicendo il principio legale di non retroattività. L’art. 42 stabilisce che alle persone sospettate di aver violato la Nsl debba essere negata la libertà su cauzione “a meno che il giudice non abbia motivi sufficienti per ritenere che non continueranno a commettere atti che mettono in pericolo la sicurezza nazionale”. Questa effettiva inversione della presunzione della libertà su cauzione viola i principi fondamentali dei diritti a un processo equo, alla libertà e alla sicurezza della persona.
Tra il 1° luglio 2020 e la fine del 2021, la polizia ha arrestato od ordinato l’arresto di almeno 161 persone ai sensi della Nsl. Almeno 82 sono state formalmente incriminate, 60 delle quali si trovavano in detenzione preventiva a fine anno.
Libertà di riunione e associazione
Le autorità hanno usato altre leggi repressive, come l’ordinanza sull’ordine pubblico, per perseguire e imprigionare gli attivisti che avevano preso parte ad assemblee pacifiche ed esercitato il diritto alla libertà d’espressione. La polizia ha continuato a usare il Covid-19 come pretesto per vietare arbitrariamente le riunioni pacifiche.
Nel corso dell’anno, 24 attivisti sono stati condannati a un periodo compreso tra quattro e 16 mesi di carcere per “riunione non autorizzata”, per aver partecipato alla veglia annuale di Hong Kong che commemorava la repressione di Piazza Tiananmen del 4 giugno 1989. L’avvocata per i diritti umani e attivista Chow Hang-tung è stata accusata di aver “incitato altri a partecipare consapevolmente a una manifestazione vietata”, dopo che aveva pubblicato un post sui social media in cui chiedeva alle persone di commemorare la data in forma privata. Pur avendo permesso lo svolgimento all’aperto di altri eventi su larga scala, la polizia ha vietato la veglia con fiaccolata del 4 giugno per il secondo anno consecutivo.
La polizia di sicurezza nazionale ha usato gli ampi poteri concessi dalla Nsl per indagare su attivisti e organizzazioni della società civile. Da agosto in avanti, la polizia ha inviato lettere alle organizzazioni della società civile chiedendo informazioni, compresi i dettagli personali dei loro soci, del personale e delle organizzazioni partner, nonché sulla situazione finanziaria e le attività. I membri dell’Alleanza di Hong Kong a sostegno dei movimenti democratici patriottici della Cina (Alleanza) e del Fronte civile per i diritti umani (Civil Human Rights Front – Chrf) sono stati incriminati ai sensi della Nsl per essersi rifiutati di soddisfare queste richieste.
Le autorità hanno preso di mira quei gruppi della società civile che avevano un ampio sostegno e la capacità di mobilitare persone. Il più grande sindacato degli insegnanti della città, l’Unione degli insegnanti professionisti di Hong Kong, e il più grande gruppo filodemocratico per i diritti dei lavoratori, la Confederazione dei sindacati di Hong Kong, hanno cessato l’attività rispettivamente ad agosto e settembre, di fronte alle “enormi pressioni” da parte delle autorità. La polizia ha accusato l’Alleanza e il Chrf di “essere agenti stranieri” e di “colludere con forze straniere”. La polizia ha usato l’annuale veglia del 4 giugno come prova del fatto che l’Alleanza “mette[sse] in pericolo la sicurezza nazionale”. Il 6 settembre, l’Alleanza e quattro dei suoi membri di commissione appena dimessisi sono stati accusati d’incitamento alla sovversione. La polizia ha anche congelato i beni dell’Alleanza. A ottobre, il capo esecutivo di Hong Kong ha ordinato che l’Alleanza fosse cancellata dal registro delle imprese, sulla base del fatto che l’obiettivo del gruppo di porre fine alla leadership monopartitica in Cina minacciava la sicurezza nazionale.
Il 25 ottobre, Amnesty International ha annunciato la chiusura dei suoi due uffici a Hong Kong a causa dei rischi e delle restrizioni poste dalla Nsl10.
Libertà d’espressione
Il governo di Hong Kong ha ulteriormente rafforzato i controlli sulla libertà d’espressione negli organi d’informazione, online, nelle scuole e nelle università. Da gennaio in poi, le autorità hanno ordinato ai fornitori di servizi Internet di interrompere l’accesso a siti web che presumibilmente “mett[evano] in pericolo la sicurezza nazionale”. A luglio, la polizia ha arrestato cinque logopedisti per cospirazione nella distribuzione di materiali sediziosi, dopo che avevano pubblicato libri per bambini in cui si raccontava la repressione del governo dal 2019. Il governo in seguito ha revocato la registrazione del sindacato dei logopedisti. Ad agosto, quattro studenti universitari sono stati accusati di “sostenere il terrorismo”, per aver approvato una mozione in una riunione del consiglio del sindacato studentesco per commemorare un uomo che aveva accoltellato un agente di polizia prima di suicidarsi.
Le autorità hanno continuato ad arrestare, accusare e imprigionare le persone esclusivamente per aver esercitato legittimamente in modo pacifico il diritto all’espressione e alla riunione. Il 6 gennaio, la polizia ha arrestato 55 esponenti dell’opposizione politica secondo le disposizioni della Nsl, perché nel 2020 avevano programmato e partecipato a “primarie” auto-organizzate per le elezioni del consiglio legislativo, in seguito rinviate. Tra loro, 47 sono stati accusati di “cospirazione per sovversione”. Ai sensi della Nsl, l’Alta corte e la corte distrettuale hanno imposto pesanti condanne a persone che esercitavano pacificamente il loro diritto alla libertà d’espressione. L’attivista Ma Chun-man è stato riconosciuto colpevole di “incitamento alla sovversione” e condannato a cinque anni e nove mesi di reclusione per aver scandito slogan, postato commenti sui social media e rilasciato interviste. L’attivista studentesco Tony Chung è stato condannato a tre anni e sette mesi di carcere per accuse inventate di sedizione e riciclaggio di denaro.
Restrizioni sui media
Apple Daily, l’unico quotidiano filodemocratico di Hong Kong, è stato costretto a cessare l’attività il 24 giugno, dopo che la polizia ha arrestato il fondatore del giornale Jimmy Lai, cinque alti dirigenti e due redattori, ai sensi della Nsl. La polizia ha accusato il giornale di “collusione con forze straniere” per aver pubblicato articoli sulle sanzioni imposte ai funzionari governativi cinesi e di Hong Kong da governi stranieri. Le autorità hanno successivamente congelato 18 milioni di dollari di Hong Kong (2,32 milioni di dollari Usa) di beni di società collegate ad Apple Daily. Il 29 dicembre, alti dirigenti e membri del consiglio di amministrazione di Stand News sono stati arrestati per “pubblicazioni sediziose”, una disposizione arcaica dell’era coloniale modificata l’ultima volta negli anni Settanta. Gli agenti della polizia di sicurezza nazionale hanno fatto irruzione nella sede del sito di notizie online e le autorità hanno confermato di aver congelato più di 61 milioni di dollari di Hong Kong (circa 7,8 milioni di dollari Usa) di beni. Stand News ha cessato l’attività il giorno stesso.
Il governo ha pesantemente ristrutturato l’emittente pubblica Radio Television Hong Kong (Rthk), rimuovendo tutti i video del suo archivio online, licenziando i conduttori critici nei confronti del governo e cancellando gli spettacoli che non seguivano le linee ufficiali.
Diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate
Il governo di Hong Kong non è riuscito a garantire alle coppie omosessuali uguali diritti e ha continuato a riconoscere i diritti di partnership tra persone dello stesso sesso in modo frammentario. A marzo, un vedovo gay ha presentato una revisione giudiziaria contro il governo per non essere stato riconosciuto come il parente prossimo del suo defunto marito, circostanza che gli ha impedito di identificare il corpo del coniuge o di organizzarne il funerale. In seguito ha ritirato l’azione legale in quanto il governo ha chiarito che non vi era alcuna distinzione tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali nelle politiche relative a tali questioni. A giugno, l’Alta corte ha stabilito che la politica degli alloggi sovvenzionati costituiva una discriminazione basata sull’orientamento sessuale e che alle coppie omosessuali doveva essere permesso di possedere alloggi sovvenzionati.
Nonostante nel 2014 fosse stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale sul riconoscimento di genere e nel 2017 fosse stata tenuta una consultazione in materia, il governo di Hong Kong non ha compiuto progressi verso l’elaborazione di una legge sul riconoscimento del genere.
L’Associazione gay per lo sport e il movimento di Taiwan ha deciso di non inviare alcuna squadra per partecipare ai Gay Games che si terranno a Hong Kong nel 2023 a causa dei rischi posti dalla Nsl. >>