Mettiamola in questo modo: se vai a studiare Matematica, Biologia, Ingegneria o Medicina, non sta ai tuoi docenti dover impartire delle lezioni sul corretto utilizzo della lingua italiana; simili preoccupazioni insorgeranno al massimo quando gli studenti di quei corsi devono scrivere la tesi di Laurea. Diciamo che poi, una volta nel mondo del lavoro, sta alla loro coscienza preoccuparsi del congiuntivo o (peggio ancora) di saper scrivere senza commettere atrocità ortografiche.
In ogni caso, in barba a chi scrive idiozie del tipo "avere una laurea non significa nulla", un ingegnere dovrà preoccuparsi di saper fare l'ingegnere, chi ha studiato Biologia dovrà saper fare un'indagine di laboratorio, e così via.
Di certo tali laureati non potranno lavorare perché scrivono da cani.
La cosa diventa inaccettabile quando abbiamo a che fare con laureati in materie umanistiche, che si tratti di Lingue e letterature straniere, Storia dell'arte, Geografia ecc, in quanto i Dipartimenti umanistici prevedono, almeno in 9 casi su 10, la frequenza ad appositi laboratori di scrittura; quando questi mancano, non è ammissibile che chi abbia dato anche un "semplice" esame di letteratura e/o linguistica italiana si faccia venire i dubbi quando parla o scrive nella sua lingua (soprattutto considerato che tali lauree sono generalmente abilitanti alla professione docente).
La cosa più grave? Quando una persona laureata in materie umanistiche si trova a dover fronteggiare capi stupidi e profondamente ignoranti. Io avevo un titolare munito del solo diploma del liceo classico: si sentiva potente perché aveva studiato greco antico. Una volta eravamo in auto, mi stava facendo innervosire perché, a parer suo, nessuno dei suoi "sottoposti" reggeva il confronto intellettuale con lui. Per smontarlo gli dissi che amavo la letteratura greca e gli chiesi cosa ne pensasse del romanzo di Caritone di Afrodisia e gli domandai se, secondo lui, la morte apparente e i topoi che descrivono il colpo di fulmine non solo nelle letterature moderne ma anche in film e telefilm non fossero così debitori nei confronti di quello che si ritiene essere il primo romanzo occidentale. Si limitò a sgranare gli occhi e a sospirare, fino a dirmi due cose a caso sui suoi film preferiti. Da quel giorno presi a fargli notare tutti gli errori di ortografia che commetteva nelle mail, sui social, persino sulle locandine, sul cv aziendale e sui progetti di cooperazione internazionale da inviare alle istituzioni (e apriti cielo quando scriveva qualcosa in inglese: come esempio posso dirti solo che una volta scrisse "please FEEL the document"). Questo è un mio problema caratteriale, se sei demente te lo faccio notare a prescindere dal tuo ruolo, soprattutto se sei un povero arrogante: non è che basta pagarmi lo stipendio e allora divento il tuo schiavo greco, per quanto troppa gente - troppi datori di lavoro - pensano di vantare un diritto di uso e consumo sulle persone.
Tale racconto sembra fuori tema, ma non lo è in realtà: mi rendo conto che tendenzialmente chi ha una laurea dà maggiore peso al riconoscimento del proprio valore sul posto di lavoro. Me ne rendo conto quando parlo con amici e parenti privi di qualsivoglia ambizione, umana e professionale.