L'arbitro Ezio Panattoni da Macerata sanzionò il fallo laterale, nell'incontro di calcio che si stava svolgendo a Roseto degli Abbruzzi, in occasione del torneo Alba Adriatica che durava tre giorni.
A casa sua intanto, la moglie Manuela non sanzionava alcun fallo, anzi lo faceva passare indisturbato e andare avanti e indietro con un movimento pelvico che alternava pistonate fortissime ad altre più languide e dolci.
Il terzo incomodo, che in quel letto si trovava altresì a meraviglia, era il giovane Ivan Pestalozzi.
Manuela, 43 anni, lo aveva conosciuto in ospedale quando l'avevano ricoverata per una appendicite acuta che aveva richiesto un intervento chirurgico d'urgenza.
Ivan era operatore socio sanitario, e aveva 30 anni.
E quando Manuela era stata dimessa tre giorni dopo, le aveva proposto di scambiarsi i numeri.
Di soppiatto e senza dare troppo in nota, ovviamente.
Che Ezio era gelosissimo.
Dopo averle schizzato dentro pure l'anima, rimase a farle un pò di coccole poi tornò a casa.
L'indomani, mentre Ezio arbitrava la semifinale inflessibile come sempre, Manuela si portò in camera Pier Giorgio.
Era un semplice passacarte dell'Agenzia delle Entrate, che proprio ad entrare aveva davvero pochi rivali.
47 anni e forte di una dotazione invidiabile, era la dimostrazione vivente del verso di De Andrè quando diceva che i nani sono i più forniti della virtù meno apparente.
Eh sì, di tutte le virtù proprio la più indecente.
Scapolone che godeva oramai di una certa fama in città.
E ancora di una certa agilità tra le lenzuola: provarono pure "La forbice" e "La bicicletta".
E lui entrava, da qualsiasi posizione.
Un vero acrobata.
Il giorno dopo era il turno di Vincenzo, un napoletano di 59 anni gonfio di Cialis fin sopra i capelli.
Si era fatto una discreta posizione nelle Marche, avendo aperto una catena di negozi alimentari dove vendeva le prelibatezze della penisola sorrentina.
Gli affari prosperavano e non se la passava affatto male, si era pure candidato per il consiglio comunale ed era stato eletto assessore.
Perennemente abbronzato, un fisico asciutto che ricordava quello di certi bagnini della riviera in odor di pensione ma che avrebbero dato parecchi punti a colleghi molto più giovani.
Manuela e Vincenzo non lo sapevano in quanto in altre faccende affaccendati, ma qualche ora prima un violento nubifragio aveva colpito Roseto degli Abbruzzi causando molti problemi alle strutture e costringendo gli organizzatori all'annullamento della finale che doveva essere arbitrata da Ezio.
Il quale fu congedato in attesa di novità sul rinvio della partita.
Ezio si mise dunque in autostrada e rientrò a casa proprio mentre Vincenzo stava piantando il proprio tronchetto della felicità dentro la tana calda di Manuela.
Appena in tempo, Vincenzo riuscì ad uscire calandosi dalla finestra del secondo piano.
Atterrò in maniera un pò maldestra mettendo male una gamba e bestemmiando come un cane.
Poi si dileguò.
Manuela si ricompose.
Fiuuuuuuuuuuuuu...pericolo scampato.
Si era salvata in...corner.
Ezio appena arrivato voleva fare l'amore seduta stante, ma lei si inventò un mal di testa.
Le lenzuola infatti erano ancora imbrattate di "latte" di fresca mungitura.
Un vero campo minato di secrezioni.
Lui l'avrebbe sgamata subito e sarebbe successo un quarantotto.
Per guadagnare tempo, Manuela gli chiese se poteva andare in stazione a prendere la figlia 16enne Sofia che stava tornando da una vacanza in Puglia da un'amica.
Tutto tornò intonso e alle forme di prima.
Ma il ventre di Manuela, bhe...quello no.
Otto mesi e mezzo dopo venne alla luce Isabella.
Una gioia davvero inaspettata.
Ma poi chi mai sarà stato il papà?
Ezio, Ivan, Pier Giorgio, Vincenzo, vari ed eventuali?
Troppi falli da espulsione dentro a quel rigoglioso cerchio di centrocampo.
Ma Ezio dal canto suo era sereno.
Si caricava ascoltando i Korn, e via ad arbitrare.
Verso nuove incredibili avventure.
Fine