Concordo pienamente col commento di Specchio800. Credo si dovrebbe saper riconoscere le fortune che si hanno avuto nella vita (perché sì, la fortuna esiste; così come esiste la sfortuna - nascere nel posto sbagliato, nella famiglia sbagliata, ammalarsi di brutte malattie, uscire menomati da un incidente...); essere grati per ciò che di buono e di positivo si ha, e puntare su questo per migliorare, se non svoltare completamente, la propria esistenza, se questa sta stretta. Ciò non toglie che possano esservi comunque motivi di sofferenza, chiaro. Però certi paragoni, persino certi "auspici," sono davvero fuori luogo. Un'unghia spezzata non è un cancro (o altra orrida patologia cronica, invalidante, degenerativa, incurabile). Augurarsi un tumore (come ho letto da qualcuno) sull'onda di un momento temporaneo di sconforto è... da fessi, oltre che offensivo per i malati. Di fronte a un problema risolvibile - magari difficile, ma risolvibile - ci si dovrebbe attivare, e fare il possibile per risolverlo. In futuro una disgrazia potrebbe capitare veramente, questo non lo si può mai sapere; e allora si rimpiangeranno tutte le occasioni perdute, tutto ciò che si sarebbe potuto fare ma non si è fatto; dandosi dei fessi da soli.