Sara Mancuso è una donna felice, sentimentalmente e sessualmente soddisfatta.
Ha 36 anni, due figli, e fa l'amore con suo marito Fulvio almeno quattro volte a settimana.
Ma la vita a volte si diverte a fare scherzetti di dubbio gusto, e Fulvio viene fermato da una fastidiosa orchite.
Sara va su tutte le furie senza neanche fermarsi un momento a ragionare, in quanto l'orchite molto spesso viene causata da infezioni come la parotite, di cui Fulvio ha sempre sofferto a cadenza regolare.
Per Sara, Fulvio le ha fatto le corna inzuppando il biscottone in un altro forno.
Sara, paranoica fino all'ossesso, lo caccia di casa minacciandolo che si farà sentire solamente tramite avvocati.
Fulvio torna così a vivere assieme agli anziani genitori, ma sta cacchio di orchite non accenna a passargli.
Il dottore gli suggerisce di fare una serie di esami più approfonditi.
E gli esami rivelano purtroppo una lesione di origine tumorale che gli ha colpito proprio le balle.
Fortunatamente ancora al primo stadio.
Sara intanto continua a fare la sua vita di segretaria nel centro sportivo del proprio paese.
E conosce Alberto, un uomo di 55 anni super arzillo che frequenta il centro come nuotatore.
Lui le fa una corte spietata.
Lei per un pò non ne vuole sapere di uomini, e dunque lo mette in una specie di logorante stand by.
Finchè una sera lui rimane l'ultimo cliente della piscina.
Sara lo vede uscire dall'acqua con quei pettorali scolpiti e villosi, con quei capelli brizzolati così sexy.
Il tutto come una specie di Gian Luca Vacchi elevato a potenza.
Molla finalmente gli ormeggi e si fa impalare lì dentro nel suo gabbiotto.
Alberto è un dirigente in una piccola azienda locale, ed è sposato con Greta che lavora in ospedale.
Sara e Alberto continuano a scambiarsi ormoni liquidi e gioie fuori dai riflettori.
Lui non può permettersi di essere scoperto.
Fulvio intanto ha terminato con successo il primo ciclo di chemio, e ora si appresta a farsi asportare il testicolo malato.
Prima dell'intervento, in sala operatoria fa il suo ingresso l'anestesista, una bella donna quarantenne bionda coi capelli a caschetto.
Si chiama...Greta.
Greta pur non perdendo il piglio professionale e sapendo che quell'uomo sta lottando contro un brutto male, è donna pure lei.
E rimane basita di fronte alla macchina da guerra, ovviamente ora a riposo, di Fulvio.
L'operazione va per il meglio, a Fulvio viene comunicato che non potrà più avere figli ma che una volta ripresosi potrà di nuovo avere rapporti sessuali.
Passano i mesi e il tumore di Fulvio va in remissione.
Ed è un incredibile sospiro di sollievo.
Un giorno Fulvio su FaceMerd riceve una richiesta di amicizia da una che non conosce...anzi sì.
L'ha già vista da qualche parte...ah ecco sì, in sala operatoria.
E' Greta.
Fulvio accetta la richiesta, iniziano a chattare su Messenger e da lì a vedersi non tardano troppo.
Greta lo chiama nel suo studio quando è a fine turno, simulando una visita.
E gli straccia di dosso tutti i vestiti fino a far respirare quel pescecane così grosso.
E il pescecane la morde con voluttà.
Fulvio è felicissimo perchè oltre a essere guarito adesso sa anche di essere tornato un uomo performante a tutti gli effetti.
I due ex coniugi continuano a chiavare come rinoceronti con i due nuovi rispettivi amanti.
Tranne la settimana a cavallo di ferragosto in cui Greta e Alberto si prendono le ferie e vanno in Corno...vaglia.
Ignari l'uno degli sfrigolii sessuali dell'altro.
Ma tutti gli equilibri prima o poi si spezzano: Sara ha un ritardo.
Panico.
Mette alle strette Alberto che però non vuole lasciare Greta.
Allora si accordano che lui la aiuterà a mantenere il pargolo.
Ma non è finita qui.
Alberto le presenta Tommaso, il figlio che aveva avuto dal precedente matrimonio, che ora ha 28 anni.
Tommaso si mette assieme a Sara e fa il papà di suo...fratello.
Anche Greta capisce che la storia scopereccia con Fulvio è il caso che termini alla svelta.
Allora Greta gli fa conoscere sua mamma, la sessantenne Renata detta "il ciclone".
Che a letto lo scaravolta.
I figli di Sara e Fulvio crescono con la consapevolezza di avere due genitori deficienti, ma questo gli servirà da monito nella vita a comportarsi diversamente.
O almeno si spera.
Fine