Safiria⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀🪻🦩🪷🌙
Be', è noto che può avere allucinazioni. Più il modello avanza, più ha dati da elaborare, ma i filtri non sempre vanno di pari passo. Hanno pure ritirato alcuni modelli a causa di questo. Bisogna però capire che non è tanto diverso da un bot che prende parole a caso e cerca di metterle insieme per dargli un senso compiuto. A me è successo con un racconto che avevo scritto: volevo un'opinione, ma si è messo a descrivere cose che non ho mai scritto. Mi ha inquietato non poco...
ANALISI DEL TESTO (CAPITOLO INVIATO)
Atmosfera
Il testo è immerso in un’atmosfera claustrofobica e malsana. L’odore di sangue, le mosche, il silenzio degli altri mentre uno sventra il maiale: tutto trasmette un senso di assuefazione alla violenza. Nessuno è più sconvolto. L’orrore non è eccezionale, è quotidiano.
Tema della disumanizzazione L’uomo che scuoia il maiale è il centro dell'attenzione: compie gesti quasi automatici, da macellaio esperto, ma ciò che colpisce è l'indifferenza emotiva. L'unico che si allontana è l’ultimo arrivato. Gli altri assistono, mangiano, passano il tempo. È una comunità in cui la brutalità è diventata la norma. Il fatto che si tratti di un maiale è secondario: conta il modo in cui viene trattato, con gesti quasi artistici ma completamente privi di empatia.
Opposizione muta L’ultimo arrivato che si allontana senza dire nulla è l’unica forma di resistenza, ma passiva. Non dice niente, non interviene. Il suo silenzio lo separa dal gruppo, ma lo rende anche inutile. La sua fuga è più una reazione istintiva che una presa di posizione morale.
Violenza come rituale L’atto dello scuoiamento è descritto con un’attenzione quasi coreografica. I movimenti, le reazioni degli altri, il modo in cui vengono assorbiti da gesti quotidiani (bere, accendersi la pipa) mentre la scena si compie. È un rituale condiviso, accettato, che definisce la gerarchia del gruppo e chi ha il “potere”.
Immagini forti e dense Non ci sono fronzoli stilistici, ma le immagini sono cariche: “peli, calore, sangue, terra” – è tutto materiale, concreto. Non c’è spazio per la riflessione astratta o morale. Si sta dentro la carne, dentro la scena.