Pork_Eater qui dissento. Chi fa politiche di destra non è di sinistra, in quanto destra e sinistra non sono solo posti in parlamento. La globalizzazione è un processo che, in teoria, doveva prevedere libero transito di merci e di persone. Di fatto prevede il libero transito (quando c'è) solo delle merci e delle grandi aziende che delocalizzano creando sfruttamento e povertà in paesi già poveri e distruzione delle attività locali, soffocate dalle multinazionali. Inoltre favorisce politiche neocoloniali che impoveriscono ancora di più quei paesi. Il che significa che quei paesi accetteranno anche condizioni ancora più svantaggiate perché non hanno alternative e la gente impoverita andrà nei paesi ricchi per sopravvivere.
La soluzione non saranno mai salvinate. Ma mettere d'impegno il nord del mondo (la parte ricca) a cessare le politiche coloniali, cessare le logiche capitaliste di sfruttamento di uomini e risorse e aiutare a recuperare chi per secoli è stato tenuto in basso dallo sfruttamento e aiutare a formare professionisti che possano risollevare le economie locali. Inoltre bisognerebbe potenziare i canali di immigrazione regolare (così che la gente che vuole immigrare in maniera legale possa farlo senza essere costretta a cercare canali irregolari per via dell'ennesimo malfunzionamento dei sistemi¹) e iniziare una seria caccia ai vertici di quella irregolare. Finché continuiamo a colpire chi guida i barconi, quelli saranno sostituiti prima ancora che i capi sappiano dell'arresto. Ma se fermiamo i capi... e magari smettendo di destabilizzare i paesi ricchi di risorse naturali per mettere governi che ce le cedono per uno sputo limitiamo anche i profughi. Per carità, nulla contro gli immigrati. Ma siamo un paese che fatica a reggere flussi continui. Inoltre le persone che migrano (o almeno quasi tutti quelli che ho conosciuto io, anche italiani immigrati), raramente lo farebbero se non costrette da guerre, regimi o mancanza di prospettive sul futuro. Pure mio padre, che è partito dal meridione, ha sempre desiderato tornare nella sua terra (e lo "sbalzo" non era poi così grande, dato che si parla dello stesso stato). Non oso immaginare magari un povero Senegalese o un Bangladese (ammesso si dica cosi). Fin'ora ho conosciuto solo un immigrato che se potesse scegliere rifarebbe tutto da capo (un amico di famiglia, scappato dalla sua terra in maniera irregolare dopo aver perso tutti e che si è regolarizzato e fatto una vita in Italia prima che nascessi... ora ha moglie e una figlia della mia età, laureata, lavoratrice, sposata e con un figlio).
Insomma. Aiutiamoli a casa loro. Ma per davvero.
1- in proposito mi raccontava una mia compagna del liceo peruviana che mi raccontava che ogni volta, per rinnovare il permesso di soggiorno, doveva andare almeno 6 mesi prima perché per un malfunzionamento o per l'altro quelli erano i tempi.