𝓐𝓵𝓯𝓪𝓻𝓸𝓶𝓮𝓸𝓶𝓪𝓷
L’aspetto più vertiginoso dell’esistenza è che proprio gli sforzi che compiamo sono funzionali alla morte stessa.
È curioso come la vita, in tutta la sua fatica e costruzione, non si opponga veramente alla morte, specie nel momento della sua conclusione.
Viviamo spesso come se la morte fosse un evento estraneo, quasi un intruso. Ma a uno sguardo più silenzioso, la morte non è un collasso inatteso, non arriva contro la vita, bensì nasce dalla vita stessa.
Ogni gesto che compiamo non allontana la morte, ma la rende possibile in una forma diversa: quella di una morte da essere umano compiuto, pieno, integro.
Gli sforzi della vita non hanno il compito di salvarci dalla morte, bensì di permetterci di arrivarci interi.
La morte, in questo senso, è una forma di compimento. Ciò non toglie nulla alla sua tragicità... Ma la tragedia più grande sarebbe morire da umani interrotti, cioè incompleti, vuoti, ben lontani da quella che è stata un’occasione, seppur fugace, per sperimentare davvero la vita.