il problema sussiste quando viene applicata un'interpretazione moralista a un sistema di trasferimento di energia intrinsecamente amorale, perlomeno inerentemente all'etica umana;
per esempio, uccidere vegetali può essere considerato più malvagio che uccidere animali, in quanto, mentre le piante potrebbero essere considerate più "innocenti", nutrendosi di luce e minerali, al contrario, gli animali, nutrendosi di altri organismi viventi, sarebbero più "malvagi" e dunque più meritevoli di essere uccisi e consumati e la loro scomparsa porterebbe a un decremento netto della sofferenza totale nel sistema; una considerazione simile può essere fatta anche per i "vermi parassiti", che vengono comunemente considerati un abominio, ma, a differenza dei predatori, generalmente non causano deliberatamente la morte della vittima;
estendendo l'etica al mondo minerale, trascendendo oltre la vita biologica, si può considerare una profanazione toccare o distruggere le stalattiti e le stalagmiti formate in milioni di anni nelle grotte carsiche, eppure nessuno si mette a piangere quando viene dissoluto il calcare dal bagno di casa, anche se sostanzialmente sono la stessa cosa; parlando per estremi, si potrebbe obiettare che, a differenza degli esseri viventi, inclusi i batteri, gli organismi minerali o inorganici, per quanto reattivi, siano privi di intelligenza, tuttavia, le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale dimostrano che anche quest'obiezione è perversa;
in ultima analisi, l'interpretazione moralista della "piramide alimentare" e delle "nicchie ecologiche" dell'ecosistema può colmare alcune falle oggettive dell'interpretazione meccanicistica o fatalista della biologia, ma risulta altrettanto superficiale e non porta a concusioni utili