Il silenzio è la cosa più sbagliata. Chi vuole bullizzarti conta proprio sul tuo silenzio, come tutti gli aguzzini, che contano sul silenzio delle vittime impaurite. Bisogna sempre reagire, magari procurandosi le prove necessarie per la denuncia. Il fenomeno c'è sempre stato, te lo assicuro, anche ai miei tempi, e te lo dico perché bulletto lo sono stato anche io, anche se in maniera molto lieve. D'altronde, quando nasci in un quartiere ultraperiferico e vivi in un certo contesto, o ti fai forte, o devi fare la vittima. E ti assicuro che la reazione della vittima infastidisce non poco, per questo c'è spesso la reazione violenta, ma alla fine si sceglie di lasciare in pace la vittima e di rivolgersi ad altri soggetti. La reazione può essere individuale, di gruppo, oppure demandata alle "istituzioni". La tua protezione è compito della tua famiglia in primis e delle istituzioni in seconda battuta. Quindi, prima rivolgersi alla propria famiglia (che costituisce il nucleo primario per la protezione degli individui), e poi coordinare con loro la risposta da dare, ed un eventuale interessamento delle istituzioni. Io a suo tempo scelsi la difesa di gruppo: eravamo un gruppo di amici che si difendeva da prepotenti che erano veri e propri delinquenti, ma capisco che non sempre è possibile farlo. In alternativa sarei andato da mio padre, che avrebbe preso le mie difese, interessando la scuola e, eventualmente, le forze dell'ordine.