John Stuart Mill Credo possa definirsi come quell'essenza di vita che riempe di giocosa euforia lo corso della propria vita, li giorni et le notti. Qualcosa che tanto è cara a chi la possiede, quanto fuggevole, per lo cui diviene affanno quotidiano lo timore di perderla. Ecco, s'io credesse di averla mai raggiunta, potrei forse affrescarla meglio, ma siccome è stato per me solo un vago pensiero, una favilla che sale rapida al cielo, e che ben poco di quella sensazione ha lasciato in me, ebbene, amico mio, devo proprio ammettere di non sapertelo descrivere. Per certo, in quei gioiosi momenti di intreccio carnale, v'è stato qualcosa che posso dire somigliante al concetto stesso di felicitade, e quel sentire il piacere esplodere ha di certo rallegrato il mio animo, ma è stato un attimo, caduco, impalpabile, inafferrabile. La felicitade è ben altro.