Che si voglia o no, che sia bello o brutto, credo proprio che sia così.
A parte il fatto che l'assistenzialismo è già di per sé un concetto insostenibile, ma anche l'uguaglianza sociale non fa crescere una nazione, non è veramente trainante (un carro con i buoi, dev'essere governato da qualcuno, pensi che i buoi corrano da soli ben coordinati e continuino a lavorare senza che ci sia un individuo con la frusta? E possiamo dire che c'è massima l'uguaglianza e rispetto fra buoi e contadino? Direi di no, è così che vanno le cose).
Fatta questa premessa, però è necessario riflettere andando oltre, occorre infatti trovare un giusto compromesso. Mi spiego meglio, con questo esempio: se domani un dittatore ci obbliga a lavorare a ritmi asssurdi, pagandoci solo il necessario per vivere, eliminando fisicamente chi non produce, quindi tutte le inefficienze, di sicuro l'economia italiana crescerebbe a dismisura, un sistema super efficiente. Però l'Italia è composta da persone, gli Italiani, che per far crescere l'economia sarebbero fortemente schiavizzati, vittime del sistema. Quindi disuguaglianza, economia italiana fortemente positiva grazie al boom di produzione e costi limitati, però il benessere della popolazione decisamente viene meno (motivo per cui il PIL non è indicatore di felicità, sicuramente non misura molte variabili). Per questo motivo appunto, riusciamo a comprendere cosa possa essere trainante per l'economia e possiamo anche comprendere perché sia necessario trovare un punto di equilibrio, un compromesso fra i due estremi.