Il seguente inno è tratto dal "sui simulacri", di Porfirio di Tiro.
Mi è capitato di ritrovare l'inno mentre spulciavo alla ricerca di altri appunti, e, trovandolo bellissimo e fonte di riflessioni, ho voluto riproporlo anche a voi. In attesa di poter riprendere e ricominciare il libro da cui l'ho tratto.
Zeus nacque primo, Zeus ultimo, candida folgore,
Zeus testa, Zeus centro, da Zeus sono tutte le cose,
Zeus nacque maschio, Zeus fu giovinetta immortale,
Zeus fondamento della terra e del cielo stellato,
Zeus re, Zeus, Lui solo, prima origine di tutto,
Unica Forza, Unico Essere Divino nacque, duce grande di tutte le cose,
Unico Corpo Regale, in cui tutte le cose di qui si volgono:
fuoco, acqua, terra, etere, notte e giorno,
e Metis, Primo Genitore, ed Eros, che tanto diletta.
Sì, tutte le cose di qui si trovano nel grande corpo di Zeus.
La sua testa e il suo bel volto, a vedersi,
è il cielo luminoso, e intorno gli fluttuano
bellissime chiome d'oro di astri brillanti.
Di qua, di là, due aurei corni di toro:
alba e tramonto, vie degli Dèi celesti.
Gli occhi: il sole e, di contro, la luna.
La Sua mente senza inganno, sovrana, è l'etere imperituro,
con cui ogni cosa Egli ode e pensa, né voce
c'è o grido o rumore o suono
che sfugga alle orecchie di Zeus, il possente figlio di Crono.
Così ha la testa immortale e il pensiero.
E il suo corpo radioso, illimitato, incrollabile,
poderoso, forte di membra è così:
le spalle e il petto e l'ampio dorso del Dio
è l'aria vasta forza; e gli spuntavano l'ali,
con cui vola sopra tutte le cose; e gli è sacro ventre
la terra, madre di tutto, e le cime erte dei monti.
A mezzo gli fa da cintura il flutto del mare dal cupo rumore,
e del pelago. L'estrema base sono le fonde radici del suolo
e il mucido Tartaro e gli ultimi confini della terra.
Tutte le cose nascose, e di nuovo dal suo cuore
doveva portarle fuori alla luce gioiosa, compiendo il prodigio.