Vai Giorgia! che tutti i programmi didattici vadano rivisti, aggiornati, è fuori discussione. Negli anni almeno c'è stata un'evoluzione, miglioramento (almeno in parte), mi confermano miei amici e conoscenti docenti, rispetto a quando andavamo a scuola noi, circa 15 anni fa.
La preistoria merita di essere accennata, così come la storia successiva (eventualmente poi i diretti interessati la andranno ad approfondire iscrivendosi ad un'università in ambito storico-umanistico). Potenzialmente tutto è importante, tutto è utile, ma proprio riguardo alla storia, il problema è che in prima si pensa "cinque anni sono lunghissimi..." e quindi si studia vita morte e miracoli degli uomini preistorici e così via. Poi arrivi in quinta che, fra mille cose, la preparazione alla maturià, è tanto se finisci bene le Guerre Mondiali, e dopo?? Seriamente, di quello che abbiamo fatto dopo, non ricordo quasi nulla, Guerra Fredda e gli ultimi decenni del Novecento buttati lì alla leggera, perché ormai non c'era né tempo né interesse ad andare avanti col programma. Quindi una disorganizzazione, è chiaro. Credo che invece andrebbe tagliato molto nella "storia antica" (con eccezioni es. i Greci, ma non in modo fine a sé stesso quanto per i collegamenti, ripercussioni sul mondo moderno e contemporaneo, dalla filosofia all'architettura, matematica) per arrivare in quinta a parlare di attualità, piuttosto che "storia" come fine a sé stessa. Oggi l'adolescente medio non sa dove siano gli stati del Medio Oriente, per dire, tema centrale nella cronaca di oggi; non ha la minima idea di Stato Islamico, Israele, se non per "sentito dire", con più pregiudizi che altro. Quindi ripeto, la didattica va sicuramente riconsiderata e aggiornata, la storia deve - specie per la quinta superiore - arrivare a parlare di attualità, sociologia, educazione civica (almeno in parte, questo sta già avvenendo).