Devo dire che a mio modo di vedere per quanto vecchiotta, Napoleone rientra tranquillamente in questa descrizione, testuale:
"Nel collerico l'eccesso del principio Fuoco, attivo nel sangue, nel midollo, nelle funzioni epatiche e cerebrali, era ritenuto la causa di una tendenza all'aggressività e all'impulsività, tradotte sul piano fisico in una corporatura asciutta e slanciata, il viso caldo e colorito, e una vista acuta e penetrante. Dal portamento fiero e il passo risoluto, l'individuo collerico viene descritto infatti come un tipo facilmente eccitabile e incline agli scoppi d'ira, passionale ma anche ambizioso, volitivo e determinato, generalmente espansivo ed energico, talvolta ostinato, furbo, mutevole, stravagante. In lui si combina cioè una forte reattività agli stimoli esterni con un alto grado di affermazione della propria personalità. Se il lato negativo attribuito al collerico è dunque la bellicosità e la superbia, che può degenerare in egoismo, quello positivo consiste nelle sue capacità realizzative, nel suo essere impavido, attivo, propositivo, generoso, e una persona d'azione."
Però la risposta nicciana nel considerare l'ira, la collera e il risentimento apparentemente non concorda sull'ammirazione che egli aveva dell'uomo Napoleone. Infatti Nietzsche sostiene che l'ira e il risentimento siano elementi preponderanti in persone vendicative e deboli, schiavi della propria impotenza, dagli impulsi reattivi, e non pro-attivi (cioè bisogno di affermare i propri bisogni e nient'altro, penetrare e fare del male nel sacro intimo all'altro non rientra assolutamente tra questi bisogni). Proprio per questo la risposta nicciana nell'aggressività della bionda bestia da preda (precursori in questa visione dei signori della Terra) è vista in modo assolutamente naturale e positivo.
Come possono quindi l'irascibilità, i frequenti malumori e scoppi d'ira trovare posto nel temperamento del Bonaparte? Stando a questa visione anche Napoleone sarebbe stato uno che frequentemente poteva provare del risentimento.
E alla fine lo stesso Napoleone disse:
"Un sovrano ha sempre torto a parlare in collera."
A mio modo di vedere l'unica risposta sensata è che Nietzsche considerasse l'ira come per i filosofi dell'antica Grecia, qualcosa di negativo, in contrapposizione all'aggressività, e non complementare.
Ho trovato infatti:
" L’ira, la suscettibilità morbosa, l’impotenza a vendicarsi, il desiderio, la sete di vendetta, il metter veleno in ogni pensiero, quest’è per ogni essere esausto il più dannoso modo di reagire,"
"Altra cosa è la guerra. Io sono per natura battagliero. Assalire è uno de’ miei istinti. Poter essere nemico, esser nemico premette forse una natura forte; è ad ogni modo congenito in ogni natura forte. Essa ha bisogno di ostacoli perciò cerca l’ostacolo: l’impeto aggressivo è una naturale conseguenza della forza, precisamente come il rancore e il desiderio di vendetta derivano dalla debolezza."
Volete aggiungere qualche riflessione? Grazie.
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