User0284 Comunque sai, cara Umorismo, mi fa sempre sorridere e cringiare questo tuo bisogno spasmodico di farti passare per ciò che non sei. EuROpe CeNTrAl di VoLLmaNn.
Hai passato anni su anni, su Answer, a tentare di farti passare in pubblico come un gran lettrice - e io ammetto di esserci cascato -, e poi uno và a casa tua e la tua libreria è completamente vuota. Io ti parlo, e tu balbetti di non aver letto nulla. Che poi non ho capito che fai. Tipo, peschi i titoli che ti sembrano più edgy, e poi li posti? Mah, Umorì. O come quando su Instagram ti definisti una "cat lover". Ma te lo ricordi? Cat lover, tu? Lì cringiai tantissimo perché, Umorismo - guardiamoci negli occhi io e te 👁️👄👁️ -del tuo gatto e degli animali in generale a te non è mai fregato assolutamente nulla. Anzi, erano un fastidio. Stavi con una persona che uccideva animali innocenti per sport, e il tuo povero gatto mangiava solo croccantini da 10 Euro per 10 kg, quei pacconi immondi della Lidl o dell'Eurospin, che sono veleno. Il tuo povero micio provò persino a scappare più volte e fui io, se ben ricordi, a dover scavalcare alle 2 di notte il cancello di quel palazzo per riprenderlo. Era un gatto ansioso, frustrato, abusato, che tu lasciavi sul cornicione perché "ma tanto è un gatto!". Un gatto che non voleva stare con te, ma giustamente, poverino. E infatti scommetto che ora è scappato definitivamente, perché gli animali quando non ricevono amore lo capiscono e se ne vanno. E tu saresti una "cat lover"? Hai sempre avuto questo bisogno spasmodico di farti passare, in pubblico, con i tuoi simp e con chi ti viene dietro, come migliore di quanto tu non sia. Uno strano mix di narcisismo patologico e di un cronico senso di inferiorità per il quale hai sempre bisogno di ricevere validazione altrui, a costo di mentire spudoratamente.
E sai cos'altro mi ricordo di te? Ricordi random. Mi ricordo di quando urlasti, tramite vocale whatsapp, con voce indemoniata, "checca!", a quel tuo povero amico che non poteva portarti a Venezia. Lì ebbi una paura assurda perché letteralmente la tua voce mutò e a me sembrò di essere accanto a un demone. Non sto scherzando, ci ripensai spesso, è stato spaventoso. Mi ricordo anche di quando trattasti malissimo, per telefono, quel povero tassista che era gentilmente disposto a portarci dove volevamo, ed erano le tre di notte. Tu non lo ricorderai nemmeno perché sei abituata a fare violenza agli altri, io invece avrei voluto scusarmi con quel povero signore. E mi ricordo che letteralmente cinque minuti dopo aver fatto sesso con me in una camera d'hotel, ti lamentasti che quel poraccio del tuo fidanzato non voleva "intestarti metà della casa". Intestarti metà della casa? Ma un po' di pudore e di decenza, ce li hai? Mi ricordo del senso di vergogna e imbarazzo che provai quando tu mi trascinasti via da quel bar all'aperto senza pagare. Corresti via, per non pagare. Letteralmente per, tipo, 20 Euro Umorì. Venti Euro, Cristo, Umorì, ma nemmeno i magrebini fanno così.
E ti sei sempre sentita così furba, come se gli altri fossero degli scemi da poter rigirare senza difficoltà. Tipo quando dicesti di essertelo trovato sotto casa. Ti ricordi? Credevi che io non sapessi che eri tu ad essere andata da lui, in fretta e furia, per tentare di ricucire? O come quando mi volevi regalare quell'immondo vinile. "Per te", dicesti, e me lo porgesti. Ricordi? Ma che gentile. Grazie, oh! Peccato che non fosse affatto originariamente "per me": era un regalo che ti aveva fatto qualcuno, e che tu molto volgarmente volevi riciclare dandolo a me. Umorì, i regali si fanno col cuore, o non si fanno. Sappi che io ricordo tutto e che non una singola tua bugia o violenza passò da me inosservata. Mai. Né piccola né grande. Questo lo specifico perché sono certo che in molte occasioni tu abbia creduto di essere riuscita a raggirare anche me. Non ci sei riuscita e non ci riusciresti mai. Se ho spesso taciuto è stato solo perché ti volevo bene e ti consideravo un'amica (e io te ne volevo veramente) e non volevo umiliarti, non perché io sono scemo o perché tu sei particolarmente sveglia.
Concludo dicendoti che un tempo mi chiedesti se io provassi empatia per te e dispiacere per ciò che ti avevo fatto, per il fatto di averlo contattato e di averti fatto perdere ciò che avevi. Ora posso dirti che, no, non provo empatia per te o dispiacere per ciò che ti è accaduto. Tu sei sempre andata avanti nella vita prendendo in giro il prossimo. Tradendo e abbandonando chiunque, nel momento in cui qualcuno "di meglio" appariva all'orizzonte, senza che vi fosse alcuna ripercussione concreta nei tuoi confronti. L'hai fatto letteralmente con tutti, e ti era sempre andata bene. Sono molto fiero del fatto che tu non sia stata in grado di farlo con me. Ci hai provato, ma hai fallito miseramente.
Un saluto