Dopo aver parlato del ragionamento scientifico, inferenze deduttive e non deduttive, vediamo questo tema: realismo e antirealismo scientifico.
Entrambe le posizioni partono dall'accettazione degli stessi presupposti (ad esempio il Big Bang, ecc, "prese per vere" dal realista, "utile, empiricamente funzionale ed ageduata" per l'antirealista), entrambi accettano che esista un mondo reale esterno e indipendente dalla nostra mente (questo non centra con quelli che sono poi i nostri filtri percettivi che determinano la nostra - soggettiva - percezione della realtà che invece sarebbe una sola ed oggettiva), ma la differenza fra le due posizioni è questa:
- realismo: grazie alle teorie scientifiche, più o meno approssimate e generalizzabili (vedi la generale validità della relatività di Galileo, poi estesa dalla teoria della relatività sia speciale che poi generale di Einstein) e quindi l'accettazione delle stesse ci avviciniamo sempre di più ad una migliore comprensione della realtà; anche Karl Popper ad esempio ha fiducia nel realismo, parlando di falsificabilità è giunto alla concusione che una teoria scientifica deve poter essere eventualmente confutata e inoltre, almeno dal punto di vista funzionale, nella pratica una teoria può spesso essere SOLO falsificata e mai dimostrata per vera (salvo i limitati casi astratti in cui la dimostrazione può rientrare nel ragionamento deduttivo), vale a dire che, non potendo nella pratica cercare le infinite combinazioni, esperimenti per confermare ulteriormente la validità della stessa teoria, se la si ritiene globalmente valida e accettabile resta tale, fintanto che eventualmente qualcuno non riesca a dimostrarne la sua falsità
- antirealismo: non accettiamo (negazione, agnosticismo) ciò che viene introdotto a posteriori, secondo ipotesi e teorie "astratte", non direttamente osservabili; interpretazione più letterale delle singole teorie e scetticismo nei contronti del non-osservabile in generale; un chiaro esempio: <<la posizione antirealista consiste essenzialmente nel proclamare la non-realtà di enti non osservabili come l'elettrone o il DNA, che non sono sperimentabili con i sensi umani>>
Cosa ne pensate? Siete più orientati alla posizione realista come me (vedi quanto detto di Karl Popper, ecc) oppure quella antirealista ovvero una posizione più scettica nell'aprirsi ad accettare nuove teorie più lontane da una nostra eventuale conferma sensoriale? 🙂