Tip Forse, contestualizzando la citazione, si capisce meglio. Da "Il capitale," di Karl Marx, sulla merce.
Dunque, nel rapporto di valore, nel quale l'abito costituisce l'equivalente della tela, la forma di abito conta come forma di valore. Il valore della merce tela viene dunque espresso nel corpo della merce abito, il valore d'una merce viene espresso nel valore d'uso dell'altra merce. Come valore d'uso la tela è una cosa sensibile e differente dall'abito, come valore è "eguale ad abito" e ha quindi aspetto di abito. Così riceve una forma di valore differente dalla sua forma naturale. Il suo esser valore si presenta nella sua eguaglianza con l'abito, come la natura pecorina del cristiano nella sua eguaglianza con l'agnello di Dio.
L'analisi della merce rileva che essa è una cosa duplice: valore d'uso e valore. Per aver la forma di merce una cosa deve avere una forma duplice: la forma di un valore d'uso e la forma di valore. La forma di valore d'uso è la forma del corpo stesso della merce (come ferro, tela etc.): la sua manifesta forma sensibile di esistenza, che è la forma naturale della merce. Invece la forma di valore della merce è la sua forma sociale. Ovviamente qui si inserisce la concezione marxiana della religione. Ulteriore analisi qui.
(Questa potrebbe essere una domanda per @Antonio_Scalzo)