Imparare a stare soli con sé stessi (ascoltarsi, capirsi, trovare comunque degli stimoli da coltivare, esprimersi...) credo sia fondamentale. La solitudine, in questo senso, e se scelta, è importante e può non pesare. Ma importanti sono anche i rapporti interpersonali (sani). Personalmente, più che la solitudine patisco l'isolamento (imposto). Famiglia disfunzionale in cui chi avrebbe dovuto esserci non c'era, e chi c'era ha fatto danni. Bullismo (fisico e psicologico) durante il periodo scolastico (e oltre). Sempre pochissimi amici (però veri), ma troppo lontani da me - pressoché impossibile incontrarsi. Pandemia e lock-down hanno peggiorato la situazione. Sì, lo smart-working ha sicuramente i suoi pro; ma anche dei contro - chiusi gli uffici, sono venuti meno anche i contatti quotidiani (di persona) con datori di lavoro, colleghi, collaboratori, clienti... Per colmare il vuoto in passato ho frequentato soggetti che si sono rivelati nocivi per me. Lezione imparata, meglio evitare; meglio soli. Ma l'effetto "gabbia" (casa che è anche ufficio, conversazioni di lavoro e personali sempre mediate da un telefono o da un monitor...) l'ho avvertito e continuo ad avvertirlo, negativamente; negative le conseguenze, fisicamente e psicologicamente. Quei pochi ma buoni che ho mi mancano, e nulla, per quanto mi riguarda, può sostituire il tempo passato assieme, in presenza, di persona.