Ale123 Non sono d'accordo, mi spiace. Personalmente preferisco passare per tirchia piuttosto che per povera. È una questione di dignità. Il dover ammettere di non avere abbastanza soldi per offrire agli altri significa subire una vera e propria violenza per chi è veramente è in difficoltà. Nessuno deve per forza ammettere o spiegare niente. Perché io invitato deve pretendere che il festeggiato si umili a dirmi che non può permettersi questo o quello?
Senza contare che potrebbe pure permetterselo e non gli va ugualmente di offrire al ristorante perché non gli va, perché sta conservando i soldi... Non è obbligatorio. L'importante è la trasparenza, siamo d'accordo. Ma (come ho scritto nella precedente risposta) la trasparenza viene abbondantemente rispettata se io ti invito dicendo: "Martedì è il mio compleanno. Ti invito per una serata semplice in questo posto (come ho scritto non mi accosto proprio ai ristoranti/pub/pizzerie) - presumibilmente un bar o un localino - per un drink/una birra/un aperitivo dopo cena. Mi fa piacere se verrai". Stop. Cos'altro deve aggiungere? Ha già detto che non è una cena, ha già detto velatamente (ma neanche tanto) "Cena prima", non ti aspettare il cenone... Cosa deve dire di più?
È una cafonata pretendere che il festeggiato debba parlarti della sua situazione economica, delle sue possibilità o in generale dei suoi desideri.
Per quanto riguarda il regalo spendo una lancia anche a favore di chi chiama gli invitati scrocconi. Allora... La buona educazione dice che SEMPRE il festeggiato non pretenda nulla dagli invitati. SEMPRE. Fosse anche un ricevimento per il matrimonio dove ho speso più di 100 per te invitato + bomboniera e il resto... Sempre la buona educazione prevede che si dica: "Non è importante il regalo. Voglio la tua presenza".
Dalla prospettiva invece dell'invitato è normale cercare di proporzionare il prezzo del regalo al costo del festeggiato, vero. Però è anche una cafonata fare il regalo più piccolo se mi viene offerto di meno... Se è un estraneo, okay. Ma se vieni da fuori città, appunto, vuol dire che a quella persona ci tieni. Altrimenti non fai un viaggio per la festa di una persona di cui non ti frega molto. E allora se ti frega di quella persona, la buona educazione e il buon gusto prevedono che il parametro per stabilire il budget del regalo sia un altro: quanto tengo a quella persona. Può offrirmi anche un caffè al bancone da 80 centesimi, ma gli faccio ugualmente un regalo fatto bene perché ci tengo.
Poi sinceramente nei gruppi di amici si spende sempre lo stesso budget per tutti, indipendentemente dalla festa. Si fa lo stesso regalo (dico in termini economici) a chi offre al pub e anche addirittura a chi non festeggia proprio.e non offre nulla. Perché? Per educazione. Perché pare brutto e maleducato fare un regalo diverso a seconda di quello che ci viene offerto, come se uno facesse i conti in tasca al festeggiato di turno. Senza contare che chi non festeggia magari ha sempre fatto lo stesso i regali agli altri. È una cafonata anche concepire il regalo come un dare e avere e pretendere da chi festeggia.
La verità è nel mezzo. Per educazione il festeggiato deve fare capire come festeggiare, senza dare spiegazioni sul suo portafoglio e del perché. Per educazione l'invitato non deve pretendere e non deve approfittare.