Sarebbero "onesti" se fossero strutturati in modo sensato, logico, intelligente, meritocratico e democratico: per permettere l'accesso a determinate facoltà a chi (a prescindere da reddito, provenienza geografica, sesso etc.) è effettivamente più preparato su determinati argomenti specifici. Il che migliorerebbe la qualità dell'insegnamento e faciliterebbe la formazione di professionisti competenti. Su questo credo ci sia ancora parecchio da lavorare, in Italia - esempio (per esperienza, alcuni anni fa): che senso ha che i test di ingresso a medicina includano domande di "cultura generale" come "Qual è il nome della moglie di Montalbano?" (Non sto scherzando, purtroppo.)