Parlo dell' ultimo film che ho visto: "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini, film che rivedo ciclicamente quasi ogni anno nel periodo di Pasqua.
Beh, suppongo che lo conosciate benissimo anche voi, quindi è inutile dirvi che è il più bel film tratto dalla Bibbia mai fatto (premetto che io, come Pasolini, non sono credente, ma la bellezza di questo film è talemente universale da non poter lasciare indifferenti).
Quello che ho sempre amato del Vangelo di Pasolini è poi il modo in cui riesce ad unire due approcci opposti ed antitetici alla materia senza che però si annullino a vicenda, ma anzi riuscendo a raggiungere un'armonia ed una coesione mai vista prima (o dopo) in un film di questo tipo.
È un film contemporaneamente sia marxista sia cattolico, sia grezzo e "naif" sia poetico nella messinscena: è meraviglioso il modo con cui Pasolini alterna lo stile "documentaristico" a quello pittorico.
Due visioni opposte che però anziché escludersi si completano.
E poi ogni volta che lo guardo scorgo diversi riferimenti pittorici: secondo me le sue fonti di ispirazione principali rimangono Masaccio, Mantegna, Antonello da Messina e la pittura medioevale di Giotto, Duccio e Cimabue ma io ci vedo anche elementi che rimandano a Piero Della Francesca, nonostante l'approccio pasoliniano sia totalmente diverso, molto più (neo)realista e meno "metafisico", l'elemento divino è presente nella pellicola ma la sua è sempre una prospettiva marxista come lui stesso dichiarava.
Infine le musiche di Mozart, Bach ("Erbarme Dich" dalla Passione secondo Matteo è già di suo una delle cose più sublimi che siano mai state scritte su di un pentagramma) Prokofiev e Webern che completano la bellezza delle immagini e dei primi piani mozzafiato (una carica espressiva e drammatica nei primi piani paragonabile a quella del film di Pasolini penso di averla riscontrata solo nella "Passione di Giovanna d'Arco" di Dreyer)