Quello che voi non vedete o non capite, è il disegno politico che c'è dietro. La legalizzazione delle droghe porta une immenso beneficio ai governi: primo è fonte di nuove tasse, che i "bucatini" pagherebbero volentieri per avere "roba buona". Secondo, sarebbe un modo per far aprire nuove imprese che poi sarebbero tassate. Terzo e principale, anzi, motore di tutti gli altri motivi, è che la diffusione della droga nella società, la indebolisce. Questo perché rallenta la capacità di pensiero, la profondità di pensiero stesso, impedendo la concentrazione. In pratica una generazione di imbecilli, come i giovani cannaroli di oggi. Poi c'è il "calmante sociale": la droga diffusa aiuta a non pensare ai problemi, li nasconde sotto il tappeto. C'è la disoccupazione? Mi faccio una canna e non ci penso. Mi hanno chiuso in casa per il lockdown? Che mi frega, mi ammazzo di canne... Infine l'individuo drogato si estrania dal mondo, dalla comunità e si trova diviso dagli altri, non fa "comunella", se non per passarsi la droga, è incapace di aggregarsi, di arrabbiarsi (se non in astinenza), di avere una coscienza critica, una identità sociale; non si aggrega più e così, isolato e indifeso, è facile preda della dittatura strisciante o palese. Ecco quindi che il progetto di diffondere le droghe nella società, con cautela ma con continuità, in maniera lenta ma inesorabile, serve a "bruciare" i nostri neuroni e toglierci facoltà di pensiero.