È più sana la diffidenza o la fiducia?

[cancellato]

Le cattive intenzioni dipendono spesso da chi le vede, dato che si tende a proiettare sugli altri il proprio stato d'animo o i propri sospetti. Al tempo stesso si dice che 'fidarsi è bene, non fidarsi è meglio'. Tu quali criteri utilizzi per capire se è il caso o meno di fidarsi della 'buona fede' di un'altra persona?

Alfo

[cancellato] Tu quali criteri utilizzi per capire se è il caso o meno di fidarsi della 'buona fede' di un'altra persona?

Lo so , so noioso e ripetitivo , ma per me vale sempre la stessa stramaledettissima regola : Coerenza tra parole e fatti.
Se tu mi dici che sei in buona fede , ma a fatti provochi , sfotti , insulti e cerchi di litigare , misà tanto che buone intenzioni non ne hai.... e non lo sto proiettando io , i fatti che tu fai , mica sono proiezioni mie.... è più sana la diffidenza in questo caso.

Se io e te litighiamo durante un dibattito e mi dici che sei in buona fede ... a fatti la lite l' ha provocata una divergenza di opinioni , mica la cattiva fede di qualcuno! E' più sana la fiducia in questo caso...

Chi proietta i propri stati d' animo sugli altri , molto spesso è perchè non riesce a essere obbiettivo , logico , imparziale pure... minimo.

Walter_beshop

Diciamo che la maggior parte delle volte è così ma io vado molto a sensazioni, diciamo che ho sviluppato un sesto senso con chi non mi ispira resto diffidente la fiducia all 100% non c'è l ho manco con mia madre quindi. Ma con chi mi ispira sono più spontaneo di solito sbaglio pochissime volte a valutare

Specchio800

Credo che, anche qui, sia una questione di "sentire" e "sentirsi".
Mi trovo molto d'accordo con @Alfo: sono i fatti quelli che contano, non le spiegazioni, non le dichiarazioni d'intenti, né soprattutto le giustificazioni o le scuse incredibili.
E soprattutto contano le proprie sensazioni, perlomeno per me: poiché mi conosco e so che attribuisco sempre (difetto di fabbrica) intenti benevoli a tutti, se arrivo a percepire qualcosa di negativo è impossibile che io mi sbagli, anche se attendo, comunque, la conferma dei fatti - che arrivano puntuali.
Chi tende, invece, a proiettare sugli altri i propri sospetti, o il proprio stato d'animo, vedendo in loro ciò che egli stesso è e fa, dovrà attenersi solo a fatti (fatti le cui interpretazioni siano comuni e condivise, altrimenti siamo al punto di partenza).