Questo è uno dei casi in cui bisognerebbe essere un tantino meno polarizzati, non è possibile essere totalmente favorevoli e secondo me non è corretto essere totalmente contrari. Mi spiego meglio. Mettiamola così, fino a che tu puoi decidere se vuoi o meno ricorrere all'eutanasia, ovviamente dopo un percorso in cui si capisca che sei veramente convinto, nessun problema son cazzi tua, per altro non è cosa molto diversa da rinunciare a curarsi (cosa possibile). E bada bene, non intendo il testamento biologico dove io oggi che ho 30 anni scrivo "se mi succede questo procedete con l'eutanasia" perché quella non è una mia decisione. In poche parole nessun problema quando ti danno un pulsante da premere e ti arrangi. Per dire, nessuna contrarietà al suicidio assistito in casi come quello di Davide Trentini, lui non si è buttato giù da na finestra solo perché non ci riusciva, altrimenti l'avrebbe fatto. Insomma fino a che c'è la volontà, io credo che ognuno sia libero di fare il cazzo che gli pare (anche cambiare idea un istante prima ed è questo il succo), quando fare il cazzo che gli pare non danneggia (se non moralmente, ma quella pratica se la sbrigherà da solo) gli altri.
Il problema è quando non sei in grado di decidere tu personalmente. Ora io ci ho pensato diverse volte a quale sarebbe la cosa migliore e trovare una soluzione che non dia problemi è impossibile, quindi cosa fare? Non lo so. Lasciare decidere ai parenti? E perché? Lasciare decidere allo Stato? E perché? Lasciare decidere ai medici? E poi come decidono quelli? Ora credo siamo tutti d'accordo nel dire che quando le cure diventano accanimento, e questa è una cosa oggettiva, tanto vale smetterla e lasciare che le cose facciano il suo corso, anche aiutandole. Ma negli altri casi? Forse la cosa migliore è lasciare decidere ad un giudice, su invito dei parenti e col sostegno dei medici. Un po' come accade in assenza di leggi ad hoc.
Se non si fosse capito, sono concettualmente d'accordo, il problema è trasformare il concetto in pratica.