Alessio Venticinque faceva il montatore meccanico a Dozza in provincia di Bologna.
40 anni, e tanta frustrazione in ambito sentimentale.
Alessio si crucciava soprattutto di una cosa, cioè del fatto che di quell'altisonante Venticinque che portava per cognome, dentro alle sue mutande c'era meno della metà.
E complice anche qualche sua fidanzata o amante un pò stronza che lo aveva canzonato e aveva messo in giro le voci, sentiva ormai di essersi fatto terra bruciata attorno.
Aveva una gran voglia di formarsi una famiglia, ma con le donne italiane oramai aveva come una sorta di blocco.
Non riusciva più a interagirci.
Da qualche tempo nella sua testa avevano fatto capolino le donne orientali, presso le quali non avrebbe certamente incontrato problemi di misure.
E il caso volle che la sua ditta lo mandasse a fare una trasferta di una settimana a Changzhou per fare assistenza a un'azienda cliente.
Fu così che gli si riaccese la speranza, e nel viaggio aereo non chiuse occhio per la fibrillazione.
Atterrò dunque suonato come una campana, per il fuso e per non aver dormito.
Per sua fortuna era con un collega che lo prese per le orecchie ogniqualvolta provava a salire sul bus sbagliato.
Alessio si guardava attorno come se fosse nel paese dei balocchi, ma tutte quelle belle chin chin chinesin sembravano molto chiuse e sulle loro.
Allora il suo collega Mario che di viaggi nell'impero della seta e del covid ne aveva fatti a josa e aveva una buona rete di conoscenze, gli promise di dargli una mano presentandolo ad alcune tipe e referenziandolo in maniera impeccabile.
E così gli fece conoscere Kaori, che lo prese subito in simpatia e che tempo due giorni lo accolse nel suo lettone.
Kaori però durante la monta non meccanica si mostrò poco partecipe e quasi annoiata.
Alessio si confidò laconicamente con Mario dicendogli "Ma che cosa ho che non va? Manco a queste riesco a piacere..."
"Te lo dico io cos'hai che non va: da quel prato c'è già passato il sottoscritto e sai bene perchè negli spogliatoi mi chiamano Il Proboscide e nessuno vuole fare la doccia con me ahahaha..."
Alessio avvilito uscì una sera da solo, proprio mentre Mario stava elefantizzando la gioiosa Kaori.
Fece una camminata e si ritrovò al wet market, dove un anziano signore con la barba che gli arrivava alle ginocchia gli disse:
"Tu volele cazzo lungo? Allola tu mangiale questo topo morto. Più glande il topo, più glande diventa cazzo".
Alessio pagò uno yuan e si ficcò in gola la carcassa di un enorme ratto delle chiaviche.
Il suo gigello non crebbe di un millimetro, in compenso però vomitò pure l'anima e venne portato in ospedale dove fu sottoposto a lavanda gastrica.
L'infermiera che lo assisteva era così bella...
Si chiamava Ja Li e gli disse che il suo sogno era quello di venire a vivere in Italia.
Si scambiarono i contatti e per qualche mese si sentirono via Whatupps e via Zoom.
Poi un giorno, all'improvviso, lui se la ritrovò a Bologna.
"Quando meno te lo aspetti, io sono Ja Li" gli disse con una freddura la ragazza, prima di ficcargli una lingua in gola lunga come un cobra.
La cinesina si dette da fare dapprima come sguattera, poi come OSS, e infine ottenne un posto da infermiera siccome c'erano tanti suoi connazionali che finivano in ospedale per via dei fuochi d'artificio, soprattutto dopo capodanno, e serviva qualcuno che sapesse parlare con loro.
Due anni dopo si sposò con Alessio.
E in sequenza nacquero tre bambini: Cha, Bum e Kun.
Alessio era felice come una Pasqua, si premurava soltanto di non farla familiarizzare troppo con Mario.
Perchè tra un elefante e un pangolino, le donne si sa che...
Fine