Come accade a tutti i soggetti che hanno perso la loro essenza originaria: prendiamo i Pokémon, ad esempio. Nati dalla passione autentica di un uomo per gli insetti e per il piacere della scoperta. I primi giochi trasmettevano proprio questo: esplorazione, curiosità, meraviglia. L’idea di creare più versioni dello stesso gioco spingeva i bambini a socializzare, a scambiarsi le creature. Serviva un cavo, il gesto concreto dell’avvicinarsi all’altro. Ora non esiste nemmeno questo.
E guarda caso, quegli stessi bambini (ora uomini di trent’anni e oltre) comprano pacchetti interi di carte per rivenderli a prezzi maggiorati. E chi è che fa lievitare i prezzi? Gli stessi idioti intrappolati nel circolo malato che alimentano. Non è solo un business che rifila cloni, remake, reboot: è un sistema corrotto, vuoto, dove la degenerazione non è solo industriale, ma anche umana.
Le persone sono cambiate, e in peggio. Crichton, per esempio, aveva una passione vera. Laureato in medicina, appassionato di biologia, e tutto questo lo trasmetteva nei suoi libri: c’era sapere, fascino per la scienza, una spinta reale alla conoscenza. I primi film cercavano almeno di restituire quello spirito. Ma oggi copiano direttamente dai film per fare altri film. L’essenza originaria è perduta, e con essa anche la passione di chi aveva creato quell’opera. Non si trasmette più nulla, solo vuoto riciclato.
Viviamo in una realtà fittizia. Un simulacro. E sono convinto che sarà sempre peggio, molti giovani hanno già da tempo perduto qualsiasi contatto con la realtà