Avevo vent'anni... studiavo all'università, avevo un (altro) ragazzo che mi amava, e qualche amico. Quel giorno ero andata a fare un prelievo all'ospedale... un prelievo dello sangue. In sala d'accettazione, con tutti noi, c'era un burino col volto lungo, da cavallo... un po' arrapato... e mi si è messo di fianco, e mi ha chiesto: "Che numero haiii?". Io avevo il 31, per gentilezza gliel'ho detto, credevo che gli serviva saperlo un po' per organizzarsi... e lui aveva il 33. Poi mi sono distratta con il cellulare, l'ho visto trafficare un po' con un altro, non ho capito cosa si dicevano... e poi ho fatto l'accettazione, e lui era di fianco a me... col numero 32. Dieci minuti dopo ero in fila per fare il prelievo... in piedi, al centro di un'altra stanza... mentre guardavo gente che veniva bucata dalle infermiere... e lui mi è venuto dietro, ha iniziato ad avvicinarsi... poi mi ha messo le mani sui fianchi, mi ha appoggiato il mento su una spalla, e ha sussurrato tutto emozionato: "Guarda bene... quello che fanno a loro, fra un po' lo faranno a noi!!!". Io ho guardato sconvolta un'infermiera, per chiedere aiuto, e lei mi ha guardata, mi ha sorriso, e mi ha strizzato un occhio. Poi si è grattata il culo, sistemandosi via dalla riga in mezzo le mutande.