Monastero di San Bartolomeo in Galdo, anno 1213.
Di quelli sperduti sui cocuzzoli di una regione che già di suo non esiste, il Molise.
Un giorno si presenta una giovane di una trentina d'anni chiamata Candida, vestita di stracci e con al seguito due bambini.
Ad accoglierla è l'abate Fra Giuseppe Vesuviano, che le chiede cosa stia facendo da quelle parti.
Candida gli dice che è fuggita dal suo paese in quanto condannata al rogo per aver tradito il marito ricco latifondista con il giovanissimo garzone del mugnaio.
E da quella unione è nato il più piccolo dei due pargoli.
Fra Giuseppe la fa mettere nella cella assieme al novizio Frate Carmine che ha da poco compiuto i 18 anni.
I primi giorni non accade nulla, ma poi quando si è ambientata una notte Candida assume le vesti di una vera tentatrice, con tanto di occhioni languidi e labbroni a culo di gallina che fanno molto Via Cassia.
Frate Carmine sa che è il Diavolo che lo sta mettendo alla prova.
Per un pò riesce a resistere, poi però cede rovinosamente.
Illuminati dalla luce fioca di una candela, Candida dopo aver messo a dormire i bambini si spoglia nuda.
Frate Carmine rimane sbalordito di fronte a quella foresta nera e rigogliosa.
Gli batte forte il cuore, pa-pam pa-pam.
E quando lei spalanca le sue gambe esili, lui ci si tuffa come Max Rosolino nella piscina di Atlanta.
E penetra sempre di più dentro a quell'abisso, con voluttà e vigore, pur rendendosi conto che la sua anima oramai è dannata.
Il giorno dopo Frate Carmine confessa il suo peccato carnale e mortale a Fra Giuseppe Vesuviano, che lo punisce chiudendolo per un mese nel porcile assieme ai maiali.
Candida viene allontanata dal Monastero e fatta accompagnare sotto mentite spoglie nel convento di Troia in provincia di Foggia, distante una trentina di chilometri.
Frate Carmine riesce a superare quella gigantesca crisi di coscienza e vocazione e torna alla sua vita monastica accettando però con l'amaro in bocca e la morte nel cuore che dovrà rinunciare al suo sogno di diventare Papa.
Ma a volte la vita è soltanto questione di accenti, perchè qualche anno più tardi fa di nuovo la sua comparsa proprio Candida, e questa volta i bambini al suo seguito sono tre.
Le coordinate temporali coincidono: quel fanciullo è proprio figlio di Frate Carmine.
Ha pure il colore dei suoi occhi, preciso preciso.
Il piccolo si chiama Tullio, e Candida che non è in grado di mantenerlo si accorda con l'Abate per lasciarlo al monastero.
Tullio cresce e prende i voti pure lui.
Frate Carmine che ora è un uomo fatto e finito e non solamente dal punto di vista biologico come aveva...ehm...dimostrato a 18 anni, lo prende sotto la sua ala protettiva pur non rivelandogli mai nulla.
Da quella notte di perdizione, si è sempre comportato da monaco esemplare.
Mai uno sgarro.
Molti frati del monastero in cuor loro lo invidiano per aver assaporato il piacere più proibito, ma i dati parlano chiaro:
Frate Carmine ha peccato una sola volta, e quella sola volta è andato a segno come un cecchino spietato.
Frate Tullio è scaltro, e fa presto carriera all'interno del monastero.
Ma nel suo sguardo c'è sempre quello strano ghigno che puzza di doppio gioco e che fa insospettire gli altri monaci.
Compiuti i 30 anni, va a Roma dove diventa prima Vescovo e poi Cardinale, facendosi una solida fama di "castigasuore".
E a 50, quando ormai suo padre Carmine è morto, Frate Tullio viene eletto Papa in conclave.
Assume il nome di Papa Peppino Primo.
E il suo sarà un papato lungo, fervido e prolifico, perchè avrà 14 figli da 8 donne diverse.
Fumerà sigari che si farà recapitare direttamente da L'Avana, e d'estate invece che andare a Castel Gandolfo si farà portare a Marina di Bisceglie dove farà strage di giovani donne pugliesi e slave che hanno attraversato l'adriatico solo per lui.
Candida avrà una vita molto longeva, e altri sei figli prendendo qua e là quel che passa...il convento.
Farà in tempo a vedere Tullio diventare pontefice.
E non è mica cosa da tutte eh?
Bello di mammà, che orgoglio.
Fine.