Perché le possessioni dovrebbero ostentare platealmente sé stesse, quando la strategia più proficua sarebbe, in realtà, quella di celarsi, dissimulare, manifestarsi sotto una forma mendace, tale da non destare il minimo sospetto?
La manifestazione teatrale del male sembra quasi essere una dimostrazione di potere fine a sé stessa, più che un reale intento di conquista. In questa logica, l’ostentazione è una mera forma di intimidazione.
Eppure non è forse più insidioso, e dunque più efficace, il male che si mimetizza da “bene”? Quello che seduce anziché terrorizzare, che si insinua anziché imporsi?
A che pro, dunque, rivelarsi? Cosa guadagna il demonio, oltre al proprio status di eterno antagonista dell’essere umano?