Vai Giorgia! bene, anche se il livello 40.500 circa è una resistenza (ora siamo a 39.900) quindi salvo stravolgimenti, è probabile che per un po' il trend sia laterale, con minimo 39.500 circa. Anche nel lunghissimo termine, FTSE-MIB non ha avuto un andamento proprio crescente, come altri (il classico S&P500) ma il picco raggiunto nel 2007, quindi prima della crisi del 2008, era pari a circa 43.500. Poi nel giro di quasi due anni è sceso fino ad un minimo di 12.700 circa (praticamente ha perso il 71% rispetto al precedente massimo!). Tra il 2024 e il 2025 è stato superato RSI 70, che indica ipercomprato, l'ultima volta è stata appunto nel 2007. Diciamo che se in questo caso la crescita è "sostenibile" (non è gonfiata in stile bolla ma effettivamente ci sono fondamentali che lo giustificano, trainato dalle banche, che sono in ottima salute finanziaria), salvo le solite oscillazioni nel breve termine, la crescita può comunque continuare.
Una considerazione interessante a cui ho pensato: da rivaluta.it vediamo che dal 2007 al 2023 l'inflazione ha portato ad una variazione del +34,3% (aggiungi l'1% circa del 2024). Quindi prendiamo +35% come valore indicativo. Questo significa che una quotazione di 40.000 è come se fosse 30.000 circa, se rapportata al 2007 è 43.500 sarebbe 58.700. Questo è positivo, così come il rapporto prezzo/utili delle principali aziende italiane (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Enel hanno valori di circa 9 - 11, normalissimi, mentre per esempio Amazon ha 35, Nvidia 46, per non parlare di Tesla che ha 180, quindi fortemente sopravvalutati). L'Italia e l'Europa, dal punto di vista fondamentale, tendono ad essere ancora un po' sottovalutati dal mercato (hanno performato relativamente male negli anni passati) quindi potrebbero avere maggiori possibilità di crescita. Il sito worldperatio.com mostra una mappa interattiva del rapporto P/E dei vari stati.