Un tempo esistevano i veri intellettuali. Gente come Primo Levi, Pasolini, Calvino: figli di epoche turbolente, forgiati dalla guerra, dal dolore, dall’urgenza di capire e raccontare il mondo.
Oggi, invece, ci ritroviamo circondati da blogger, opinionisti da social, allarmisti di professione. Non fanno riflettere: fanno indignare e basta. Parlano per dividere, per ottenere visibilità, per stare nel flusso costante del rumore, prova nè è che sono sempre esperti sul ultimo caso corrente. La parola è diventata strumento di reazione, non di pensiero. Quindi non è solo un problema di chi segue queste persone, è che mancano figure autentiche, ma anche il modo di comunicare e di ascoltare che è cambiato. Peggio ancora sono i podcast, gente che non sa nulla di un cazzo, però parla e quindi riempie il silenzio di certe menti vuote