Nava Arlam
Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre.
Come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre.
I tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro.
I tuoi occhi assunti da tre anni.
I tuoi occhi per loro.
Ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo.
O per buttarsi in un cinema con una pietra al collo.
E troppo stanchi per non vergognarsi.