Il rating è un metodo usato per valutare sia titoli, sia aziende o anche interi stati, in base al proprio rischio fiinanziario (volatilità, equilibrio fra entrate e uscite) e rischio di credito (insolvenza, se l'azienda o stato dichiara ufficialmente default, bye bye creditori).
Le principali società che si occupano di rating (di aziende e anche nazioni) sono Moody's Corporation, Standard & Poor's (nota per l'indice S&P500, il principale indice della borsa statunitense), Fitch Ratings. La legenda è leggermente diversa (AAA, AA+, AA, AA-, ... per S&P e Fitch, mentre Aaa, Aa1, Aa2, Aa3, ... per Moody's).
In questi giorni Moody's ha declassato il rating degli USA, dal top AAA ad Aa1; le altre due agenzie avevano già provveduto al declassamento (S&P nel 2011, Fitch nel 2023), mentre Moody's solo ora, infatti dal lontano 1919 assegnava agli USA punteggio perfetto. Trump si è opposto dicendo che è una critica alla sua amministrazione, in realtà il declassamento evidenzia problemi strutturali alla base: chiaro che parliamo comunque dei valori al top della classifica, il motivo del declassamento comunque è un debito pubblico sempre più alto (circa 124% del PIL, l'Itallia 135%). Non che ci sia un rischio di default, ma la situazione può peggiorare poiché se viene meno l'autorevolezza percepita come leader, il risultato è che occorre pagare tassi di interesse più alti (in breve, se uno stato in difficoltà non aumentasse l'interesse, nessuno correrebbe il rischio di prestare denaro - titoli di stato, ecc - a quello stato, quindi si crea un nuovo equilibrio); questo poi porterebbe ad un debito pubblico ancora maggiore.
Nota: il rating è importantissimo anche per le aziende (diciamo, investire in un'azienda singola comporta quasi sempre un rischio ben maggiore rispetto ad un titolo di stato o un indice diversificato di uno stato, come l'FTSE-MIB italiano). In particolare, basso rating può andare bene solo a livello speculativo mentre con ottimo rating "possiamo dormire sonni tranquilli" e anche mediare le perdite, investendo di più nelle fasi di ribasso, per avere un guadagno maggiore in futuro! Cosa che invece con rating basso sarebbe pura follia, mi raccomando riflettete su questo aspetto.
Vediamo quindi i paesi del G20, come riferimento nella valutazione prendiamo S&P (finanza.repubblica.it, il dato degli USA nel sito - ora che sto scrivendo - è ancora da aggiornare).
- Arabia Saudita: A+
- Argentina: CCC+
- Australia: AAA
- Brasile: BB
- Canada: AAA
- Cina: A+
- Corea del Sud: AA
- Federazione Russa: SD (default certo ufficialmente in data 27 giugno 2022, altrimenti il range sarebbe AAA - D)
- Francia: AA
- Germania: AAA
- Giappone: A+
- India: BBB-
- Indonesia: BBB
- Italia: BBB+ (sito non aggiornato, ad aprile 2025 siamo stati promossi da BBB a BBB+)
- Messico: BBB
- Stati Uniti d'America: AA+
- Sudafrica: BB-
- Turchia: BB+
Vediamo quindi un'immagine della scala del rating, con i vari livelli di valutazione delle tre agenzie (immagine tratta da teleborsa.it).

Conoscere il rating è molto importante, come detto anche (e soprattutto) per l'azionario, singole aziende. Rischio (sia volatilità, sia vero e proprio default) e quindi strategia da adottare o anche proprio investo / non investo, dipende fortemente da questo.
Nota: Attenzione a non confondere il Credit Rating con il Rating ESG : eh sì, molte aziende sono furbe e, specie sul loro sito, pubblicano in evidenza il rating ESG che in pratica dice "l'azienda è attenta all'ambiente, ai fattori sociali e governance", ma assolutamente non dice nulla riguardo alla reale solidità, rischio finanziario e rischio di credito.
Cosa ne pensate? Conoscevate il Credit Rating? 🙂