Maria Antonietta penso che dalla competizione può nascere lo stimolo. E d'altronde va premiato il merito, chi si impegna, anche se non necessariamente tramite una competizione diretta. Ma di sicuro non c'è classismo, perché ci si mette tutti in gioco alla pari, con le stesse regole. E non c'è discriminazione, ma valutazione. E' lo stesso principio per cui si effettuano le valutazioni di profitto, i voti. Se a te do 9 e ad un altro do 8, è perché tu vali più di lui. L'assenza di valutazioni comparative non ti prepara per la vita, dove invece dovrai competere con gli altri.