Federico Faggin è noto per essere stato a capo del progetto Intel 4004, il primo microprocessore della storia dell'informatica (1971). Figlio di un filosofo, si interessa anche lui alla divulgazione e ad elaborare un proprio pensiero, in particolare teorie sulla coscienza. Definito anche "filosofo quantistico", il suo pensiero direi che ha pregi e difetti, più difetti che pregi, secondo me (ribadisco, secondo me). Ho letto di recente il libro Irriducibile - Federico Faggin (Mondadori). Riportando i punti principali:
- antideterminista, finalista (alla Leibniz), contrario al riduzionismo
- olismo: mente e materia sono entità non totalmente separate ma parte della stessa realtà fondamentale
- <<Nel modello che propongo, [...], la coscienza, il libero arbitrio e la vita esistono fin dall'inizio, come semi all'interno di un Tutto olistico che contiene anche le proprietà fondamentali che permettono l'evoluzione dell'universo inanimato. Secondo tale modello, gli organismi viventi sono fenomeni sia quantistici sia classici, mentre la coscienza e il libero arbitrio sono fenomeni puramente quantistici: ragion per cui il computer classico non potrà mai essere cosciente. Quanto alla morte, essa riguarda solo il corpo, non la seity, che è la nostra essenza quantistica>>
Concordo sul fatto di ritenere impossibile spiegare alcuni concetti in termini classici: coscienza, libero arbitrio... Non siamo in grado di darne una completa spiegazione "classica". Non per questo però farei uso del termine "quantistico" a sproposito. Ammesso che esistano realmente coscienza, libero arbitrio, credo sia comunque sbagliato definire "quantistico" tutto il "non-classico", il complementare del "classico". Altri aspetti dubbi e discutibili del suo pensiero, sono:
- <<l'indeterminismo della fisica quantistica [cosa tutt'altro che scontata, vedi David Bohm: pensiero, riflessioni, citazioni] rende possibile l'esistenza del libero arbitrio [...] Il libero arbitrio richiede che lo stato non possa essere conosciuto da un osservatore esterno, nemmeno in linea di principio>>: quindi oltre a dare per scontata UNA delle interpretazioni della meccanica quantistica (escludendo l'interpretazione deterministica di Bohm, che condivido, vedi anche: Credete nella casualità o nella causalità?), tira le conclusioni dal particolare al generale (mi viene in mente lo pseudosillogismo "la forchetta ha tre denti-mio nonno ha tre denti-mio nonno è una forchetta")
- <<non siamo in grado di costruire computer e software intelligenti, coscienti... perché cerchiamo la soluzione in modo classico e non quantistico>> (pseudocitazione): non sono d'accordo, ancora usa impropriamente il termine "quantistico". Possiamo semmai definire la coscienza come un'entità trascendente e chiaramente c'è qualcosa che ci sfugge anche se pensiamo di unire tot atomi, non riusciamo comunque a creare la vita, nemmeno il più semplice batterio; quindi possiamo accettare un'entità "al di là" del nostro spaziotempo e del nostro modo di concepire le cose; tuttavia le sue semplificazioni nei termini ci potrerebbero a dire che il computer quantistico potrebbe avere coscienza? Mah...
Ironia, riguardo al suo pensiero filosofico posso certamente dire che, quando è stato a capo del progetto del primo microprocessore della storia, immagino abbia seguito una procedura più rigorosa e non "campata in aria".
Conoscevate la filosofia di Federico Faggin? Cosa ne pensate di quanto detto? 🙂