Non chiedo aiuto, scrivo solo perchè quando si possiede solo la disperazione non si ha molto da fare.
La mia famiglia è una fonte di tormento costante. Il corpo femminile in cui sono dentro non mi appartiene, questo involucro estraneo che mi imprigiona, mi nega la mia vera identità. I miei sogni e desideri sono rimasti e rimaranno per sempre inesorabilmente irrealizzati, soffocati dalla pressione implacabile della società e dalle concrete mancanze di disponibilità economiche e di salute.
Non posso nemmeno trovare conforto nell'amore, poiché non posso stare con l'uomo che amo. La mia anima urla il suo nome, ogni mia cellula grida di libertà, ma non esiste redenzione per me. Che motivi ho per "vivere"? Sono giovane ma non offrite le solite morali, perché l'età è solo un numero e so e conosco per certo che l'unica soluzione in questi casi è la morte, ma io non sono abbastanza forte da compierne il gesto. La vita non ha mai avuto senso nel mio caso, ogni giorno è solo una inutilità di sopravvivenza ad un'esistenza sbagliata e irrimediabile. Non so quanto tempo riuscirò a resistere ancora, ma una cosa è certa: non voglio più vivere così. E siccome non è possibile non vivere così non voglio più vivere e basta. Non è temporaneo, è permanente, riuscite a capire? Più il tempo passerà più diverrà peggio. Chi ci pensa a quando questi pensieri mi lasceranno indifferente? Spesso è volentieri penso costantemente a fuggire, ma la fuga fisica non ha significato se innanzitutto non si è liberi interiormente. Sono sola? Sì. Ho "speranza"? No. Non vi è mai stata. L'universo è sempre stato contro di me. È solo la mia esistenza ad essere ad un tale livello. Le vite altrui progediscono e migliorano in un modo o nell'altro. E non perché io non ci abbia provato, ma perché me lo hanno negato. Ciò che è ovvio è solo che più il tempo proseguirà avanti più mi perderò internamente. Se solo potessi pagherei per l'eutanasia.