Con il termine agrivoltaico, termine nato nel 2011, si intende l'installazione di un (grande) impianto di pannelli fotovoltaici su terreno agricolo, pannelli rialzati da terra tramite un apposita struttura, in modo da avere entrambe le attività sulla stessa superficie. Il tutto costruito ad-hoc avrebbe dei benefici, produzione di energia elettrica da usare (almeno in parte) in loco, ombreggiamento dove opportuno di specie vegetali che quindi richiedono meno irrigazione, ecc.
Il MASE (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) ha previsto fondi del PNRR, circa 30 milioni all'anno per 20 anni e già per il 30 giugno 2026 il progetto pensa di raggiungere 1,04 GW di potenza installata e <<produzione indicativa di almeno 1.300 GWh/anno>> (mase.gov.it).
Non mancano però le contestazioni, anche perché con il nuovo Decreto Agricoltura (politicheagricole.it) il governo con questo decreto legge ha messo dei limiti all'uso dei pannelli fotovoltaici. In particolare, è consentito solo l' "agrivoltaico" rialzato rispetto al suolo, quindi che necessita di un sistema strutturale molto costoso che chiaramente solo poche imprese possono adottare. Per aree dismesse, non più produttive, poteva essere possibile il fotovoltaico a terra, molto più semplice ed economico, cosa che invece dal nuovo decreto legge non è più consentito. Quindi queste nuove limitazioni, regolamentazioni, bloccano questa possibile diffusione del fotovoltaico e del rinnovabile in generale.

Cosa ne pensate dell'agrivoltaico e di queste ultime normative?