Sono una vittima 18enne di abusi familiari (fisici e psicologici) da sempre, ma non ho mai denunciato per timore di conseguenze che potrebbero essere ancor peggiori delle attuali condizioni, cioè la mancata giustizia. Non posso stare a raccontare qui nei dettagli tutto il caso perciò mi limito a sintetizzare. Soffro anche di molti altri malesseri e disturbi psicologici. L'unica persona che mi ha sempre appoggiato è sempre stata solo e soltanto mia cugina Maria che ha quasi la mia stessa età, ma da tempo mi ha abbandonata senza rimorsi nè senso di colpa. Quest'estate si è occupata ella di farmi conoscere un pedagogista clinico che è anche il suo professore di storia e filosofia. Ma costui invece di aiutarmi mi disse tutta una serie di cose che mirarono solo a farmi stare più male. Poco tempo tempo mi rivolsi a una psicologa che in studio riceveva anche i miei genitori.Questa psicologa mi conosceva già in quanto sin da quando entrai in prima superiore lavora nel mio istituto e classe, ma non era a conoscenza di niente della mia storia. Ne venne a conoscenza solo vagamente su versione soggettiva e fittizia dei miei genitori. Inoltre la specialista stessa iniziò a seguirmi sui miei profili social. Non volevo cercare aiuto dopo ciò che avevo già subito ma mi illudevo per l'ennesima volta che qualcuno avrebbe dato ascolto alla mia voce. Infatti nonostante le prove tangibili delle mie agonie (registrazioni, audio, video) mi ha accusato senza prove di manipolazione e che io recitassi un copione. Penso che lo sappiate già come è pubblicamente visibile dalle mie domande precedenti su questo sito. Durante le sedute individuali raccontai un po della mia esistenza, non tutto perché ovviamente non mi fidavo e date le circostanze parlarne non mi avrebbe liberato dalle agonie, anzi le avrebbe alimentate. Costei mi aveva detto che in seguito avrebbe parlato di certe cose con i miei genitori. Il problema è che presto, per motivi sconosciuti cominciò a contraddirsi, ad avere comportamenti contraddittori, cioè a dire che avrebbe fatto cose che poi in realtà non faceva e a fare cose che non diceva avrebbe fatto (ad esempio, mi disse che avrebbe parlato coi miei genitori di lasciarmi tagliare i capelli ma non si sa perché in realtà non lo fece, poi gli disse dinanzi a me che dovevano addirittura proibirmi di utilizzare il cellulare quando nella seduta precedente individuale aveva precisato che non avrebbe fatto proibizionismi e dopo che spiegai che l'utilizzo del cellulare per me rappresenta una valvola di sfogo). Senza neppure dire che non riferiva ai miei genitori nemmeno delle mie condizioni gravi di salute mentale, non dimostrava professionalità e umanità, ecco. Inoltre capitò che durante le sedute talvolta se vedeva che mentre parlavo mi bloccavo a causa di vuoti mentali, invece di incoraggiarmi a superare il momento cominciava ad interrompere parlando lei sopra. Diceva che io parlassi di "fantasie" sui miei profili social e io lo ritenni una cosa molto grave. Durante l'ultima seduta in cui ero insieme ai miei, tenutasi di mattina, io partecipai nonostante non avessi dormito la notte ed ella mi disse addirittura che non facessi degli "sforzi". Come se non bastasse disse una serie di cose ancor più gravi: mi ricattò di portarmi in casa-famiglia (quindi abusando verbalmente di una paziente che si rivolse ad ella proprio per cercare aiuto da una situazione in cui stava già subendo abusi) e che "non funzionasse così in quanto non mi trovassi in un tribunale" (da quando in quando una psicologa deve essere necessariamente un avvocato per far riconoscere ai genitori della vittima gli sbagli commessi? Sottolineo dopo tutte le prove documentate in cui mi riversavano insulti ed offese sulla mia identità e contro la mia sensibilità). Mi disse inoltre come già scritto sopra appunto che io "l'avessi manipolata" e che "recitassi un copione" (TUTTO SENZA PROVE A DIMOSTRARE LE SUE TESI). Rimasi letteralmente di stucco. Non trovavo spiegazioni alle sue convinzioni infondate. Tutte le azioni che compì, di conseguenza mi arrecarono non poca frustrazione e peggioramento delle mie condizioni di salute mentale ed emotiva. Non si degnava minimamente di quanto fosse grave la mia situazione personale nonostante mi seguisse sui social e visualizzasse quotidianamente ciò che scrivevo e che accadeva nella mia vita. Dopo che come conseguenza smisi di effettuare incontri o appuntamenti, smise di seguirmi sui social ma non solo! Decise addirittura di volontà propria di abbandonare il caso da parte nonostante sapendo che continuassi ovviamente a stare male (lavorando pure a scuola quindi anche se non facesse più nessun incontro neppure con i miei al suo studio, quotidianamente mi vedeva tra i banchi scolastici continuandomi ad ignorare). Aveva lasciato su richiesta di mio padre la parola che gli avrebbe recapitato il numero di uno psichiatra che potesse offrimi serio aiuto, ma così nuovamente non fece, infatti passarono 4 mesi in cui continuavo a peggiorare ed ella se ne fregò altamente, non fornendo nessun recapito telefonico di nessun altro specialista. Nel frattempo scoprii anche che da mesi stava detenendo di nascosto una lettera personale che io nel 2022 scrissi a mio padre, senza fornire spiegazioni legittime di cosa ci stesse facendo con quella lettera. Il problema è che neppure mio padre sapeva cosa ci stesse facendo esattamente da così tanto. Inoltre in vista degli incontri cessati è illegale che uno specialista continui a mantenere per sè un materiale privato appartenente ad una persona che non è più sua paziente! Scoprii che era nelle mani di costei solo quando mio padre cominciò a preoccuparsi perché ritardava a ridaglierla e allora me lo venne a dire. Nè io nè mia madre sapevamo di ciò. La restituì ad Ottobre, e la teneva per conto proprio da Luglio o Agosto. Mio padre cominciò a pensare che l'avesse persa, ma ella utilizzava come scuse presunti "contrattempi" o "dimenticanze": ad esempio un giorno gli disse di recarsi al suo studio per poterglierla ridare, mio padre ci andò e a quel punto le disse invece di ritornare 2 ore dopo. Avrà utilizzato scuse almeno 4 volte prima di riconsegnarla. Nessuno seppe cosa ci fece realmente con quella lettera per così tanto tempo. A maggior ragione che sia avvenuto ad insaputa della paziente. Il numero dello psichiatra arrivò solo quando mio padre insistette. Altrimenti avrebbe continuato ad ignorare nonostante la consapevolezza. Come può una "psicologa" ignorare una persona in così gravi condizioni? Io continuavo a stare sempre peggio ad udire queste parole provenire dalla bocca di persone che avrebbero invece dovuto tutelarmi, soprattutto perché nel frattempo Maria continuava a fottersene altamente di sua cugina e in famiglia la situazione della violenza psicologica era sempre più peggiore. La prima visita psichiatrica arrivò a Dicembre 2023. Ma solo dopo poco tempo, a Gennaio, pochi mesi fa, come già accennai prima, subii un'aggressione quasi fatale da parte di mia madre e per cercare protezione da qualcuno effettuai un video e degli audio che inviai allo psichiatra su Whatsapp. Ma egli non mi rispose, anzi, mi bloccò. Solo dopo già il nostro primo incontro. Di recente, dopo avermi prescritto antipsicotico e due ansiolitici, disse di volermi prescrivere antidepressivi. Ha condotto una falsa diagnosi dicendo davanti ai miei che io soffro di un disturbo istrionico che mi porta a voler ricercare attenzioni e dire bugie. L'ho accusato di essersi messo d'accordo con la collega psicologa ma egli lo ha negato, e ha negato pure che io soffra di depressione (contraddicendosi allo stesso modo della collega). Consigliatemi su come posso agire a riguardo senza andare per forza dalle forze dell'ordine.