Bobi se è ben costruito, aderenza buona fra un mattone e l'altro, in pratica questa struttura lavora semplicemente a compressione, lungo la linea dell'arco. L'obiettivo di questa struttura è trasmettere a terra (tramite i piedritti di sostengo dell'arco o l'ultimo mattone, se non ci sono piedritti) i carichi verticali. I mattoni sono quindi soggetti (quasi) solamente a compressione, mentre ai piedritti arriva la somma delle forze verticali, ripartita però in una componente verticale e una orizzontale (i conci sono inclinati, se studi le singole forze, avviene questo).
Consideri il carico di esercizio (l'arco è un elemento strutturale che quindi porta un certo peso es. il peso di una soletta su cui ci possono essere persone, ecc) ed eventualmente se non lo trascuri, anche il peso proprio, in base al numero di mattoni sovrastanti (i mattoni più in basso devono sostenere, volendo essere precisi, oltre al carico di esercizio anche il carico dovuto al peso proprio degli altri mattoni sovrastanti, fra parentesi mi è venuta l'ispirazione per una futura discussione 🙂).
Considerato quindi che le forze vanno trasmesse al suolo, che sia una semplice struttura appoggio-appoggio (trave lineare) oppure una struttura ad arco, di fatto lo sforzo di compressione (che poi tiene uniti i mattoni, come detto) viene smezzato, avendo due appoggi simmetrici (piedritti, o l'ultimo mattone da entrambe le parti per capirci), ed è quindi uguale a qL/2, dove q è il carico distribuito. In parole semplici, "tutto il carico che sta sopra" viene dimezzato, arrivando ad essere metà carico per ogni appoggio e quindi questo sforzo di compressione si trasmette allo stesso modo fra un mattone e l'altro, come se fosse un pezzo unico, di fatto.