Era un periodo di follia collettiva. Erano finiti gli anni 80, quelli del benessere e dell'ottimismo, la classe politica italiana era invecchiata senza avere ricambio (infatti i politici erano quasi tutti vecchi), era caduto il muro di berlino, la situazione internazionale era mutata e c'era un "disegno" globale (nessun complotto, sia chiaro, solo una convergenza di interessi) teso a smantellare i diritti dei lavoratori e il benessere diffuso, per spostare i capitali in sempre meno mani, concentrandoli. Per fare questo, in Italia, bisognava smantellare la classe politica, e per farlo si fece leva sui "vizietti" dei politici, usando come clava la Magistratura. Io avevo vent'anni, ricordo benissimo quei giorni, anche perché all'epoca facevo politica dall'opposizione. Era vero che il mondo politico era da cambiare, ma andava fatto con le idee, non con le manette. Sì, i giudici, e tra essi soprattutto Di Pietro e Davigo, e in genere il "pool" di Milano, fecero tombola con l'inchiesta Mani Pulite, appoggiati da una stampa complice e assassina, e dal popolino assetato di sangue. E c'ero anch'io, almeno all'inizio, tra quel popolino bue. Poi vidi le storture del sistema e mi dissociai, quando mi resi conto che la clava non colpiva più solo i "corrotti" della Prima Repubblica, ma era un sistema di potere elitario, gestito dai PM, per togliere potere alla politica e consegnarlo a quelle elite che li prezzolava, e al PDS-DS-PD che era l'interlocutore politico scelto dai poteri forti per la transizione antidemocratica. La cosa mi si concretizzò davanti agli occhi con l'inizio della persecuzione politica di Berlusconi e l'abbattimento del suo primo governo per via giudiziaria, come venne confessato solo molti anni più tardi da diversi attori dell'epoca. Personaggi squallidi, tipo il semi analfabeta Di Pietro e il tirannico Davigo (quello che diceva che un imputato uscito "non colpevole" da un processo è solo un colpevole di cui non si è riusciti a dimostrare la colpevolezza, frase da far venire i brividi), divennero star della tv e della politica. Di Pietro se lo litigavano i partiti, e lui fondò un suo partito, IDV, l'embrione del M5S futuro, che crollò anni più tardi quando si scoprirono gli altarini della famiglia Di Pietro ("mia moglie non è mia moglie", mi ricordo che disse).